Il 22 luglio 2015 i coniugi Mario Di Leva e Annamaria Fontana, arrestati oggi dalla Finanza per traffico di armi, si scambiano delle note audio via sms e commentano il sequestro di quattro italiani in Libia, due dei quali, Fausto Piano e Salvatore Failla, morirono e a. I messaggi Whatsapp risalgono alla sera. Mario Di Leva scrive alla donna: "Hey hanno rapito quattro italiani in Libia". Annamaria: "Già fatto, notizia vecchia, già sto in contatto. Ce li hanno proprio quelli dove noi siamo andati - dice la donna - già sto facendo, già sto operando con molta tranquillità e molta cautela". I pm non escludono "una loro possibile attività nel complicato meccanismo di liberazione che solitamente avviene tramite il pagamento di riscatti o la mediazione con altri affari ritenuti di interesse dai miliziani". "Appare significativo il fatto che i coniugi, in una conversazione effettuata fra di loro con programmi notoriamente non intercettabili, ammettono di essere in contatto con soggetti appartenenti a milizie tribali libiche implicate in azioni terroristiche", c’è scritto nel decreto di fermo. I tre spezzoni di conversazione, infatti, sono stati recuperati dopo la perquisizione effettuata presso l’abitazione di San Giorgio a Cremano il 12 novembre del 2015.
Allo stato non si conosce quali siano i motivi per cui Di Leva e Fontana manifestino interesse per la vicenda del rapimento dei connazionali, "non potendosi escludere una loro possibile attività nel complicato meccanismo di liberazione che solitamente avviene tramite il pagamento di riscatti o la mediazione con altri affari ritenuti di interesse dai miliziani", sostengono i pm della Dda.
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