Traffico italo-francese di banconote false

Molte le persone coinvolte, 8 finora gli arresti e 22 le misure cautelari

Traffico italo-francese di banconote false

Traffico di euro falsi tra Italia e Francia. L’indagine, condotta dalla procura di Caserta di Santa Maria Capua Vetere e da quella francese di Nancy, ha portato all’arresto di 8 persone e a un totale di 22 misure cautelari per contraffazione di soldi falsi. Tutti i dettagli sono stati esplicati durante una conferenza stampa alla presenza del procuratore capo Maria Antonietta Troncone, il capo reparto dell’Europol e un alto funzionario dell’Interpol.

I carabinieri della compagnia di Capua, lo scorso 16 ottobre, hanno eseguito 8 arresti sul territorio italiano, verso persone ritenute responsabili di associazione a delinquere per produzione e commercializzazione di banconote false in Italia e all’Estero. Sono stati eseguiti 5 mandati di arresto europeo, emessi dal Tribunale di Nancy, per alcuni inquisiti italiani. Nello stesso momento in Francia sono state poste sotto sequestro altre 9 persone.

In manette sono andati Raffaele Fresegna, Enrico De Martino, Vincenzo De Martino, e Tommaso Verrillo. Questi sarebbero ritenuti i veri capi dell’associazione. Sono invece finiti in carcere su mandato di arresto europeo: Marco De Martino, Antonini Misti, Maria Misiti, Giorgio Piccolo e Giovanni Pettinati. Domiciliari per Vincenzo Mastropasqua, Romolo Todini, Raffaele Galdi e Pasquale Vazza che sarebbero invece gli intermediari della compra vendita. Jean Misiti, il francese del gruppo, avrebbe ricoperto il ruolo di intermediario di secondo livello, acquistando importanti quantità di banconote false da immettere in seguito su suolo francese. I controlli italo-francesi hanno avuto inizio il 23 maggio scorso ed è durata 5 mesi.

L’indagine era rivolta a smascherare un traffico illegale di banconote false, di tagli diversi 50,100 e 500, prodotte in Campania e smerciate successivamente in tutta Italia e all’estero, in particolar modo in Francia. L’associazione criminale sgominata sarebbe stata molto ben strutturata, che parte dalla produzione di banconote, ritenute dagli investigatori di ottima qualità, e poi vendute al dettaglio.

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