di Luigi Cucchi
Sono passati 48 anni da quando il cardiochirurgo Christian Barnard eseguì il primo trapianto di cuore al mondo su un essere umano: il muscolo cardiaco del 55enne Louis Washkansky era ormai privo di forza e l'ultima speranza era affidata all'abilità medica del valente chirurgo sudafricano, destinato a entrare nella storia della medicina. Specializzatosi in chirurgia cardiotoracica negli Stati Uniti, conseguendo anche un master, Barnard cercò di mettere a frutto quell'esperienza in Sud Africa, creando la prima unità coronarica del Groote Schuur Hospital di Città del Capo. Verso la fine del 1967 gli si presentò la grande occasione che attendeva da tempo: sostituì il cuore di un uomo (affetto da una grave forma di cardiomiopatia), con quello di una giovane deceduta a causa di un incidente stradale.
L'intervento fu eseguito alla perfezione, ma il paziente non sopravvisse a lungo. Morì infatti dopo 18 giorni per una polmonite. I progressi del trapianto d'organo furono consentiti dalla scoperta della ciclosporina Il 29 dicembre 1971 a Basilea (Svizzera) l'immunologo belga Jean-François Borel, che lavorava ai laboratori Sandoz, scoprì la proprietà antirigetto di una sostanza estratta da un fungo, la ciclosporina. Questo farmaco, che sostituirà l'azatioprina, rivoluzionò i trapianti d'organo, consentendo una sopravvivenza sempre più elevata.
Il primo trapianto di cuore in Italia venne eseguito a Padova dal team del professor Vincenzo Gallucci. Da quel 14 novembre del 1985 in un solo mese si eseguirono dodici trapianti di cuore: il 18 novembre Mario Viganò a Pavia, il 23 novembre in un solo giorno se ne fanno tre, a Bergamo, (Lucio Parenzan), a Udine (Angelo Meriggi), a Milano (Alessandro Pellegrini.
Senza grandi campagne di sensibilizzazione, la gente donava organi. Oggi l'Italia figura al primo posto per la qualità degli interventi. Un successo che si aggiunge ad altri importanti conferme: siamo secondi dopo la Spagna per i donatori (terzi al mondo dopo Spagna e Usa); secondi dopo la Spagna per trapianti di cuore; secondi anche per i trapianti di fegato da cadavere, e terzi dopo Spagna e Francia per trapianti di rene da cadavere. In Italia sono circa 656 i pazienti in lista di attesa di un cuore nuovo a fronte di 350 trapianti effettuati (a fine anno si stima di arrivare a 364). Il tempo di attesa medio per chi aspetta un organo è di 2 anni e la mortalità è del 10%.
A Milano, a trent'anni dal primo trapianto di cuore eseguito all'ospedale di Niguarda si è arrivati al paziente numero 1.000. L'operazione risale al dicembre scorso e ci sono volute diverse settimane di degenza in terapia intensiva per il recupero. La squadra, composta dall'équipe della Cardiologia, della Cardiochirurgia e dallo staff degli anestesisti e rianimatori, guarda già avanti, infatti, nei giorni scorsi è stata operata con successo la paziente numero 1.002.
A Milano, Niguarda è l'unico ospedale a effettuare il trapianto cardiaco, ed è uno dei tre centri autorizzati in Regione Lombardia; vengono eseguiti i trapianti di cuore sia per i pazienti in età pediatrica sia per quelli in età adulta. Il primo trapianto di cuore è stato realizzato nel 1985 e da allora questa procedura è utilizzata per il trattamento delle forme più avanzate di insufficienza cardiaca.
Pochi giorni fa il Centro nazionale trapianti ha pubblicato sul sito del ministero della Salute un report sull'attività dei centri che in Italia effettuano il trapianto cardiaco, prendendo in esame la casistica che va dal 2000 al 2012. Sono dati importanti che testimoniano il ruolo leader di Niguarda che ha effettuato il 10% di tutti i trapianti portati a termine nei 20 centri nazionali. Inoltre, la sopravvivenza dei pazienti a 1 e a 5 anni è in linea con quella dei migliori centri. In particolare, il dato relativo alla sopravvivenza a 1 anno, corretta per le caratteristiche della casistica trattata, risulta essere la migliore.
Il centro può contare su tecnologie di alto livello, come il cosiddetto «cuore artificiale».
Dal 1988 sono stati impiantati circa 250 dispositivi di assistenza ventricolare. Oggi a Niguarda vengono impiegati i device intracorporei più avanzati, miniaturizzati ed a flusso continuo, che offrono al paziente una migliore qualità di vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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