
ll "Poveritivo" è uno dei fenomeni social più virali e significativi dell’ultimo anno in Italia, nato spontaneamente a Milano e rapidamente diffusosi grazie ai social network, in particolare Instagram e TikTok. Il termine nasce dalla fusione tra “povero” e “aperitivo”, ma in realtà non si tratta di una rinuncia, bensì di una reinvenzione. È l’arte, ironica ma seria, di godersi un momento conviviale anche con pochi euro in tasca. In un periodo segnato dall’inflazione, dal caro-affitti, dal calo del potere d’acquisto e da un crescente senso di precarietà tra i giovani, il Poveritivo si è imposto come un nuovo modo di vivere la città e la socialità. Non è un caso che sia nato a Milano, capitale dell’aperitivo per eccellenza, ma anche città tra le più care d’Italia, simbolo del successo e della performance sociale.
Sei ragazzi tra i 25 e i 27 anni, tutti fuorisede, hanno dato il via al fenomeno creando una pagina social dove mappano e raccontano bar e locali dove è possibile fare aperitivo sotto gli 8 euro.
La loro formula è semplice ma geniale: racconti diretti, prezzi reali, ironia, nessuna sponsorizzazione, facce vere e locali autentici.
I video, girati spesso in incognito, mostrano il prezzo dello Spritz (rigorosamente sotto i 5 euro), il cibo incluso (olive, patatine, mini taglieri) e il contesto, spesso popolare, lontano anni luce dai lounge bar patinati della Milano “da bere”. Il successo è stato travolgente: decine di migliaia di follower, locali pieni, titoloni sui giornali e soprattutto la nascita di un vero movimento, spontaneo e condiviso. Il Poveritivo è diventato così simbolo di una socialità sostenibile, accessibile e disillusa. Non è solo un aperitivo economico, ma una risposta culturale a un sistema che spesso esclude chi non ha mezzi.
È la rivincita dei bar di quartiere, dei tavolini traballanti, degli ambienti non instagrammabili ma sinceri. In questo contesto, si assiste anche a un revival dei cosiddetti “bar scrausi”, luoghi popolari e un po’ decadenti, ma autentici e pieni di umanità, che stanno tornando in auge proprio perché percepiti come veri, a differenza dei locali costruiti per piacere all’algoritmo.
Secondo i dati raccolti da FoodNewsItalia nel 2024, il 43% degli italiani fa aperitivo almeno una volta a settimana, e tra i giovani under 35 la percentuale è ancora più alta. Eppure, nei primi mesi del 2025 si è registrato un calo del 3,1% nella spesa media per l’aperitivo: segnale evidente di un cambiamento in atto.
Il Poveritivo è quindi la risposta ironica ma concreta a questo scenario: una forma di resistenza urbana, ma anche un modo per costruire comunità e riconoscersi.
Non manca però il rovescio della medaglia: alcuni bar segnalati rischiano di perdere la loro identità per il troppo successo, snaturandosi sotto l'effetto della viralità. Altri iniziano ad alzare i prezzi o a limitare i buffet, spinti dalla nuova ondata di clientela. Come ogni fenomeno nato dal basso e poi risucchiato dai media, il Poveritivo dovrà affrontare la sfida dell’autenticità.