Cronache

"Questa è una trappola...". Ed è caos in studio

L'avvocato, infastidito da un servizio di Non è l'arena, valuta di abbandonare la diretta: "È una cosa non compatibile con ciò che mi era stato detto si dovesse parlare"

"Questa è una trappola...". Ed è caos in studio

Nell'ultima puntata di Non è l'arena su La7 Carlo Taormina ha minacciato di abbandonare lo studio al termine di un servizio della trasmissione condotta da Massimo Giletti. L'avvocato si è detto infastidito da quanto andato in onda sul programma e non ha nascosto una certa irritazione alla luce di quanto invece era stato detto in occasione dell'invito di partecipazione: "Avevo chiesto alla sua redazione di sapere se questa fosse una trappola oppure no. Quindi credo di dover dire che debbo lasciare la trasmissione".

A quel punto Giletti ha ovviamente chiesto di spiegare le motivazioni alla base di questa forte dichiarazione, e Taormina ha fatto sapere che i contenuti del servizio non erano coerenti con le tematiche per cui era stato invitato in studio: "È una trappola perché è una cosa assolutamente non compatibile con nessuna delle cose di cui mi era stato preannunciato si dovesse parlare".

Tra i tanti argomenti al centro dell'ultima puntata di Non è l'arena hanno trovato spazio anche i gruppi dell'estrema destra radicale e i suoi legami con il movimento no-vax. Taormina ha voluto specificare di non aver svolto alcuna attività che coinvolgesse Forza Nuova: "Io appartengo alla destra dal punto di vista ideale, non certamente per la violenza che è la prima cosa che deve essere respinta e combattuta".

Al centro della discussione anche il movimento Italia libera che, secondo la giornalista Francesca Fagnani, era nato per attrarre altri tipi di movimenti no-vax e no-green pass. "Quello era il momento in cui nasceva o si voleva che nascesse qualcosa di nuovo, proprio all'insegna del ripudio della violenza e di anti-democraticità", ha spiegato Taormina. Invece per la Fagnani tutto ciò sarebbe stato un modo per trovare una legittimazione popolare dopo i fallimenti di Forza Nuova alle urne. "Non ho nulla da spartire con Forza Nuova, appartiene al passato e a una politica che non può più esistere", ha replicato poi Taormina.

Eppure lo stesso Taormina è difensore di Giuliano Castellino: il leader di Forza Nuova in passato aveva esplicitato il sogno di una rivoluzione nazionale, a prescindere dall'orientamento politico, per riconquistare il diritto alla libertà. L'intervista di Castellino è stata apprezzata da Taormina: "Bella e interessante. Tratta problemi seri e di prospettiva.

Il problema è che in questo Paese tutto quello che non è sinistra non va bene".

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