Cronache

Uccisa e gettata in un canale nel Bresciano, indagato l'amico

Gli esami sul corpo di Jessica Mantovani, 37enne trovata senza vita in un canale tre a Prevalle (Brescia), hanno mostrato segni non compatibili con l'annegamento. La procura va avanti e indaga l'amico della ragazza, l'ultimo ad averla vista in vita

Uccisa e gettata in un canale nel Bresciano, indagato l'amico

Tre mesi fa era stata trovata morta nel canale della centrale idroelettrica di Prevalle, in provincia di Brescia, e gli inquirenti, all'inizio, avevano ipotizzato un gesto estremo oppure un incidente. Invece, l'autopsia avrebbe evidenziato qualche particolare, che apre un mistero più grande sul decesso di Jessica Mantovani, anche perché le condizioni del corpo, per i medici legali, non sono compatibili con i segni dell'annegamento. Il corpo senza vita della 37enne di Villanuova sul Clisi, era stato recuperato a giugno e oggi, a distanza di tre mesi, le indagini proseguono.

Secondo quanto ricostruito da Il Giorno, per la procura la giovane sarebbe stata uccisa. Il pubblico ministero, Gianluca Grippo, ha infatti aperto un fascicolo per omicidio e ha messo sotto inchiesta un conoscente, Giancarlo Bresciani, 5 anni, l'uomo con cui la donna avrebbe trascorso la sera prima di morire e l'ultimo che, stando a quanto risulta finora, l'avrebbe vista ancora in vita.

La 37enne, che aveva problemi di dipendenza dalla cocaina, non aveva un impiego né una relazione stabile. Nel tardo pomeriggio del 12 giugno, si era fatta accompagnare dal padre Giovanni a casa di Bresciani, a Prevalle (in provincia di Brescia). In base alle ricostruzioni, intorno alle 20.30 il padre della ragazza avrebbe ricevuto una telefonata della figlia, che voleva essere riportata a casa e un'ora più tardi, quando l'uomo era riuscito ad andare a riprenderla, la 37enne non c'era più. All'uomo, una voce maschile (rispondendo dal telefono di Bresciani) aveva riferito che Jessica era uscita e andata via.

L'ipotesi iniziale, emersa dopo il ritrovamento del cadavere, era suicidio o caduta accidentale nel canale e annegamento. I lividi e i diversi segni sul corpo apparivano, inizialmente, compatibili con il trascinamento della corrente. L'esame autoptico, però, ha ribaltato completamente la situazione: nei polmoni della vittima non c'era acqua, il che significa che la ragazza nel canale ci è finita da morta. Inoltre, sulla sommità del capo, Jessica presentava una ferite. Qualcuno potrebbe averla colpita con un oggetto contundente, per poi liberarsi del corpo gettandolo in acqua.

Giovedì scorso, Bresciani ha reso la sua versione in procura come persona informata dei fatti, ma ha lasciato a sorpresa gli uffici del magistrato, in veste di iscritto al registro degli indagati e nei prossimi giorni dovrebbe essere risentito di nuovo.

Venerdì i carabinieri della Scientifica hanno lavorato quasi dieci ore per perquisire l'abitazione di Bresciani in cerca di elementi utili alla risoluzione del caso.

Commenti