Uova infette segnalate dal 2016 Tre lotti sequestrati in Emilia

In Belgio il rischio Fipronil era già noto, ma l’authority alimentare smentisce. Primi prodotti a rischio in Italia

Uova infette segnalate dal 2016 Tre lotti sequestrati in Emilia

T re lotti sequestrati in Emilia Romagna, uno nella provincia di Bologna e due a Parma. Tre partite di prodotti derivati da uova e potenzialmente contaminate in quanto provenienti dalla filiera «infetta» dal Fipronil di Olanda, Belgio e Germania. Sono state fermate in via cautelativa venerdì, i campioni saranno analizzati nei prossimi giorni, insieme a quelli raccolti nella rilevazione avviata dal ministero della Salute su diverse produzioni nazionali per escludere la presenza dell’insetticida. E mentre lo stesso ministero in queste ore ribadisce l’assenza di rischi per la salute degli italiani, si scopre che lo spettro del più grande scandalo alimentare scoppiato dopo quello della mucca pazza aleggiava già un anno fa in un rapporto del consiglio superiore di sanità del Belgio. Il sospetto che le uova prodotte negli allevamenti del Paese fossero contaminate dall’insetticida «moderatamente tossico» per l’organismo umano, sarebbe stato comunicato dall’organismo sanitario belga all’Agenzia per la sicurezza alimentare nazionale (Afsca) e al ministero dell’Ambiente nel giugno 2016. Il retroscena sull’emergenza che nelle ultime ore ha sfiorato la psicosi nei 15 Paesi che secondo la Commissione Ue sono coinvolti direttamente o indirettamente dall’allarme dei prodotti esportati da Belgio e Olanda è stato rivelato dal quotidiano belga Le Soir. L’indagine europea aperta per frode ora dovrà fare chiarezza non solo sul rimpallo di responsabilità tra i due Stati epicentro della crisi, ma anche accertare se l’Afsca fosse effettivamente a conoscenza della presenza della sostanza vietata nella catena alimentare. E, nel caso, perché non abbia dato seguito alle raccomandazioni ma abbia lasciato di fatto che le uova «tossiche» potessero essere esportate nel resto d’Europa. Ma ieri la stessa agenzia ha smentito le ricostruzioni, negando che nel rapporto ci fossero indicazioni precise relative alla presenza di Fipronil negli stabilimenti. Intanto quelli in cui finora è stata confermata la commercializzazione di uova con tracce dell’insetticcida si trovano oltre che in Olanda e in Belgio, anche in Francia (5) e in Germania (4). In Inghilterra le uova contenenti Fipronil immesse nel mercato sarebbero 700mila, 200mila quelle consumate in Francia da aprile a oggi. E proprio dal territorio francese arrivava la partita di lavorati già sequestrata nei giorni scorsi a un’altra azienda sempre in Emilia Romagna. Ma i controlli delle Asl si concentrano in tutte le regioni, anche su carne e altri alimenti. Le zone d’ombra infatti restano e avvolgono tutto quel mercato di prodotti importati dall’estero nella filiera delle uova. È qui, nelle relazioni commerciali tra Stati extra Ue e partner europei che il percorso della materia prima che poi finisce in preparati alimentari, pasta, pane, dolci, condimenti e gelati, si fa meno trasparente. Tanto che il Codacons ha chiesto di «sospendere la commercializzazione in Italia di tutti quegli alimenti trasformati che contengono al loro interno uova provenienti da uno dei Paesi classificati a rischio dalla Ue». Tra i 15 Bruxelles ha inserito, non senza provocare una certa irritazione per il mancato preavviso, anche il nostro. «Se l’ha fatto significa che i rischi ci sono.

Sarebbe stato necessario istituire una rete di controlli preventivi - accusa il presidente dell’associazione Carlo Rienzi - Solo a posteriori si è deciso di incrementare le verifiche attraverso le regioni, una scelta tardiva e del tutto insufficiente. Il vero problema è costituito dai prodotti lavorati con uova di provenienza estera, per i quali i cittadini non hanno alcuna possibilità di conoscere l’origine delle materie prime».

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