Le urla e poi il manganello, il match di pallanuoto finisce in rissa

La rissa è esplosa tra i genitori degli atleti impegnati nel match di pallanuoto. Il papà di un ragazzo ha riportato ferite alla testa dopo essere stato colpito con un manganello

Le urla e poi il manganello, il match di pallanuoto finisce in rissa

Le urla, il manganello e le botte da orbi a bordovasca. Una scena che definire surreale è poco quella accaduta presso il centro sportivo dei Castelli Romani di Vallericcia dove, la scorsa domenica, è esplosa una rissa tra alcuni genitori degli atleti under 16 impegnati nel match di Campionato Regionale di pallanuoto tra Vallericcia e SIS Roma. Col rischio che finisse pure peggio di come è andata: il papà di un giocatore ha riportato ferite alla testa (giudicate guaribili in 3 giorni) e un poliziotto è stato denunciato per lesioni e uso di arma impropria.

La rissa

Più che una partita di pallanuoto un incontro di box. La zuffa si è consumata sul finale del match, quando ormai mancavano pochi minuti al fischio finale dell'arbitro. Una squadra che vince e l'altra che perde, come accade da secoli nelle competizioni sportive. Se non fosse che a qualche genitore quel risultato non va giù e, allora, comincia a dare in escandescenze. Partono le offese ai parenti degli avversari, seguono le imprecazioni e infine volano pure pugni, calci e ceffoni. Nel bel mezzo del parapiglia sopraggiunge il papà di un atleta, un poliziotto in servizio presso l'Ufficio Immigrazione della Questura di Roma, armato di manganello: perde anche lui le staffe. Un 51enne di Albano, padre di un player, viene colpito alla testa dallo sfollagente. E il poliziotto, secondo quanto riporta l'edizione odierna de Il Messaggero, incassa una denuncia per lesioni e uso di arma impropria. Tutto questo tra lo sgomento degli atleti in acqua e l'incredulità degli altri spettatori. Intorno alle 19,30 sul posto sono intervenuti carabinieri della stazione di Ariccia e, subito dopo, i sanitari del 118.

I danni

"È stato uno spettacolo vergognoso per tutti i giovani atleti - ha commentato Angelo Emanuele Catucci, presidente del centro sportivo che, oltre a coltivare la passione per lo sport, è anche primario presso l'ospedale Regina Apostolorum di Albano - In 41 anni di agonismo su tanti campi italiani non era mai capitata una cosa simile. Noi che facciamo di tutto per educare i giovani al rispetto dell'avversario, al fair play e ai valori sui quali deve fondarsi lo sport ci ritroviamo a fare i conti con il comportamento violento degli adulti. Un vero paradosso". A pagare dazio, oltre ai genitori degli atleti coinvolti, sarà anche la società sportiva Vallericcia a cui è stata comminata una multa di 500 euro. "Come impianto ospitante - ha aggiunto Catucci -siamo tenuti alla responsabilità oggettiva per il rispetto delle regole anche da parte dei tifosi sugli spalti. Il problema non è tanto la sanzione, comunque, quanto il cattivo esempio dato ai ragazzi". Quanto al 51enne di Albano, invece, pare che non fosse nuovo a questo genere di situazione. "Prima o poi si sapeva che sarebbe andata a finire così,.

- ha raccontato un altro padre a proposito del genitore ferito - Infatti capitava che litigasse spesso con i genitori delle altre squadre, oppure che insultasse gli arbitri e addirittura che si esprimesse con parole pesanti nei confronti di suo figlio".

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