Cronache

"Nessuna prova contro di lui": ed esce dal carcere dopo 44 anni

L'incredibile storia di Vincent Simmons, improgionato in un carcere della Louisiana. Nel '77 era stato accusato del tentato stupro di due gemelle

"Nessuna prova contro di lui": ed esce dal carcere dopo 44 anni

Ha passato 44 anni in galera, prima che le autorità americane lo liberassero, ammettendo che il suo non era stato un processo equo. È la storia assurda di Vincent Simmons, 69enne di colore accusato, nel 1977, di tentata violenza sessuale ai danni di due gemelle 14enni di Marksville in Louisiana, Karen e Sharon Sanders. Simmons era stato condannato a 100 anni da una giuria composta da 11 uomini bianchi e una donna afroamericana.

L'uomo si è sempre dichiarato estraneo alle accuse, ma questo non gli è servito a evitare la detenzione del durissimo Angola State prison della Louisiana. Simmons ha però lottato con tutte le sue forze per dimostrare la sua innocenza e per ben 16 volte ha chiesto un nuovo processo, senza ottenerlo.

La svolta è avvenuta grazie a un'inchiesta della Cbs news, che ha rivelato come, in passato, gli avvocati di Simmons non avessero ricevuto alcuni atti fondamentali per la difesa, come la mancanza di segni di violenza sulle due ragazze e le dichiarazioni delle stesse gemelle, che al tempo avevano affermato di non essere in grado di riconoscere il proprio aggressore.

Simmons è uscito dall'Angola lunedì scorso. Il giudice non lo ha dichiarato innocente, ma ha stabilito che l'uomo non avesse ricevuto un giusto processo, ordinandone uno nuovo. Il procuratore distrettuale ha tuttavia deciso di far cadere tutte le accuse, e ora il 69enne è un uomo libero, dopo quattro decenni dietro le sbarre. La sua storia di Simmons è stata oggetto di tre documentari, tra cui il candidato all'Oscar 'The farm: life in Angola prison' del 1998, trasmesso da Hbo.

Il caso del 69enne è solo l'ultimo di una lunga serie di errori del sistema giudiziario americano, che molto spesso riguardano persone afroamericane.

Negli anni 90, le frequenti ingiustizie ai danni di soggetti incolpevoli hanno spinto due avvocati di New York, Barry Scheck e Peter Neufeld, a creare Innocence project, un'associazione no profit che si batte per i detenuti condannati ingiustamente e per la riforma del troppo spesso fallace sistema penale americano.

Del Consiglio di amministrazione di Ip fa parte anche lo scrittore John Grisham, che nel 2006 ha pubblicato il bestseller "The innocent man", da cui è stata tratta una fortunata miniserie tv di Netflix ("Innocente", nella versione italiana). Racconta la detenzione di Ronald Keith Williamson, ingiustamente accusato dell'omicidio di una 21enne di Ada, in Oklahoma. Dopo 11 anni di galera e in attesa di essere giustiziato, Williamson fu scagionato dalle prove fornite dall'Innocence project, tra cui quella del dna.

Particolarmente fortunato anche il recente film "Just mercy" ("Il diritto di opporsi") che racconta la storia vera di un afroamericano, Walter McMillian, condannato a morte per l'omicidio della giovane Ronda Morrison, in uno Stato, l'Alabama, che non sembra aver ancora fatto del tutto i conti con il suo passato segregazionista.

McMillian è stato infine scagionato grazie all'opera del suo avvocato, Bryan Stevenson, attivista e fondatore della Equal justice initiative.

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