Usa-Europa: ora serve un nuovo patto

Il rapporto con gli Usa resta essenziale anche in relazione agli esiti della crisi ucraina e sarà importante per noi europei non cadere nella trappola di dover scegliere tra Europa e Usa

Usa-Europa: ora serve un nuovo patto
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La scelta strategica di puntare sull'unità dell'Occidente come rotta da seguire nella tempestosa navigazione imposta oggi dalla crisi del vecchio ordine mondiale appare la più giusta e lungimirante. Ma per difendere e rafforzare quella unità occorre intervenire sulle fondamenta che ne hanno sin qui garantito la tenuta. Era del resto inevitabile che in anni di così forti cambiamenti geopolitici emergessero elementi di criticità che ora si manifestano con tanta evidenza. Se restano vivi i principi di democrazia e libertà che nei diversi campi della vita sociale ed economica ne hanno consentito il successo, l'Occidente nato il 1945 attraversa la sua crisi più difficile. Oggi per recuperare ruolo e forza l'Occidente ha quindi bisogno di profondi cambiamenti in assenza dei quali è incombente il rischio di un crollo che può trascinare con sé quei valori che hanno trionfato nella Seconda Guerra Mondiale, hanno consentito di vincere la Guerra Fredda e hanno garantito la crescita delle nostre società. A tal fine torna decisivo il rapporto tra Europa e Stati Uniti che dell'Occidente è l'architrave.

Si sta discutendo molto delle difficoltà di questa relazione attribuendole in particolare alle scelte della nuova Amministrazione americana. Senza dubbio il futuro del rapporto euroatlantico dipenderà in gran parte dal punto in cui si fermerà il pendolo dell'altalenante strategia di Trump. Iniziative come quella di imporre nuovi dazi, la imprevedibilità dei suoi comportamenti politici, il modo di concepire le relazioni internazionali e le troppe ambiguità nel suo rapporto con Putin sono tutti motivi di preoccupazione. Del resto le ultime dichiarazioni sulla crisi ucraina, che smentiscono quanto di positivo sembrava realizzarsi dopo il vertice di Washington, inducono a pensare, come ha scritto il direttore Sallusti, che il Presidente Trump "si sia perso nel labirinto che Putin gli sta costruendo attorno".

Ciò non toglie che il rapporto con gli Usa resta essenziale anche in relazione agli esiti della crisi ucraina e sarà importante per noi europei non cadere nella trappola di dover scegliere tra Europa e Usa ma fare sino in fondo la nostra parte per tenere aperta la prospettiva di un Occidente unito. È giunto quindi il momento di fare i conti con il limite di fondo con cui sin dall'inizio gli Usa hanno guardato alla costruzione europea da loro pensata per contenere eventuali rigurgiti e velleità tedesche oltre che per arginare l'espansione sovietica. Tutte le Amministrazioni americane, di fatto assecondate dalle classi dirigenti europee, sono state poi attente a esercitare la propria egemonia evitando che l'Europa potesse affermarsi come potenza continentale offrendo in cambio ogni forma di supporto e protezione assumendosene tutti gli oneri. La fine di quel modello egemonico e l'impossibilità di sostenere anche finanziariamente la Difesa della sicurezza europea da parte americana rendono oggi necessarie nuove basi su cui fondare il rapporto euroatlantico. A partire da un ripensamento del percorso di costruzione europea e da una piena assunzione di responsabilità dell'Europa nelle politiche di Difesa e Sicurezza.

Le analisi proposte nei giorni scorsi sul Giornale da Giovanni Orsina e Gaetano Quagliariello hanno ampiamente documentato le ragioni di crisi del vecchio europeismo. Un nuovo europeismo non potrà più essere quello imposto dall'alto delle burocrazie ma dovrà partire dal basso dei concreti interessi degli Stati europei. Quanto alla piena assunzione di responsabilità europea nel campo della Difesa e della Sicurezza si impone una accelerazione dei tempi di una deterrenza nucleare autonoma, di un coordinamento europeo nella Nato e del rafforzamento dei sistemi nazionali di Difesa sulla base di investimenti coordinati a livello europeo.

La coalizione dei volenterosi si sta di fatto proponendo come nucleo fondamentale di questo processo anche in virtù delle iniziative assunte sulla crisi ucraina. L'auspicio è che si vada avanti ancor più di fronte alla furia guerrafondaia di Putin, che sta riallontanando le speranze di pace.

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