L'articolo della domenica

Per uscire dalla crisi dobbiamo aprirci al mondo

Ci vogliono giovani preparati e pronti a guardare oltre l'Italia

L'Italia è ammalata. Ce lo ripetono ogni giorno i telegiornali: grande debito pubblico, mancanza di sviluppo, disoccupazione giovanile, burocrazia, tasse elevate. E gli economisti ci prescrivono salassi e cure dimagranti. Ma qual è la ragione profonda della nostra sofferenza? L'esplosione del mondo, la globalizzazione, l'industrializzazione di nazioni nuove come la Cina o l'India. Noi siamo un piccolo Paese, le nostre imprese avevano costi elevati e le nuove economie le hanno schiacciate con i loro costi bassi. Ma esse hanno anche bisogno di nuovi prodotti, di nuove tecnologie, di nuovi beni di consumo che prima ignoravano. Se gli italiani vogliono tornare a guadagnare devono capire i bisogni di questo mondo mutato e dargli ciò che gli serve. Vi sono infiniti campi in cui possiamo espanderci, ma per farlo dobbiamo studiare il problema sul posto. Non puoi sapere che bisogni, sensibilità, occasioni ci sono a Londra, in Australia, in Cina, in Namibia o a Dubai se resti sempre nella tua città sonnolenta a fare un concorso per un posto da vigile urbano.

Questo significa che, se vogliamo crescere, non dobbiamo aspettare che diminuiscano le tasse o venga reintrodotto l'articolo 18, ma dobbiamo incominciare ad affermarci subito come individui nel mondo come abbiamo fatto nel passato. E c'è chi lo sta già facendo nel settore del cibo con la pasta, i formaggi, i vini pregiati, perfino con il caviale. Ma il miglior esempio ci viene, per fortuna, dai giovani. Sì, dai tanto bistrattati giovani disoccupati. Migliaia di loro, di solito quelli più preparati, sono andati all'estero per perfezionarsi o per lavorare. Hanno visto il mondo con occhio nuovo, trovato occasioni di lavoro, capito come fare affari e alcuni hanno già costruito delle loro imprese. Purtroppo sono pochi.
Dovrebbero essere molti, molti di più, preparati in materie tecniche, con una buona conoscenza dell'inglese e pronti a fare ogni tipo di esperienza ed ogni tipo di studio per imparare tutto quello che serve. È questa la strada che io, se fossi giovane, seguirei e che consiglio a tutti.

Solo in questo modo usciremo dal tunnel in cui ci siamo imbucati.

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