Utero in affitto a Kiev, coppia denunciata per alterazione stato civile. Poi l'assoluzione
11 Aprile 2015 - 14:21I due, nella provincia di Pisa, erano accusati di alterazione dello stato civile. La donna aveva omesso di dire che non era lei la madre biologica
Una coppia della provincia di Pisa, senza figli, va in Ucraina e prende un "utero in affitto". Tornata in Italia si presenta all'anagrafe e registra il bambino, omettendo, però, che la madre naturale era un'altra. La verità però viene fuori e i due genitori vengono denunciati per "alterazione dello stato civile". Al processo, come riporta Il Tirreno, arriva l'assoluzione. Soddisfatto l'avvocato della coppia, Ezio Menzione: "La sentenza non solo accerta che non c’è reato, ma si allinea con la migliore giurisprudenza italiana. Auspico che questa sentenza possa preludere a una diversa codificazionee che diventi argomento di discussione anche in sede legislativa".
La vicenda risale al 2012. La donna non può avere figli ma il forte desiderio spinge lei e il marito ad andare a Kiev, rivolgendosi a una clinica specializzata per la gravidanza surrogata. Costo previsto, tra i 30 e i 50mila euro. La coppia "affitta" l'utero di un'altra donna e la fecondazione avviene mediante il seme del padre biologico del bambino. Va tutto bene fino alla nascita. Nella clinica il piccolo riceve un certificato da "apolide" e per portarlo in Italia è necessario andare all'ambasciata italiana a Kiev.
Qui nascono i problemi. Da qualche anno, infatti, dall'ambasciata segnalano i casi simili a questo alle Procure della Repubblica. Così, quando i due genitori arrivano in Italia e registrano il bimbo, scatta la denuncia. In base al codice la pena prevista varia da 5 a 15 anni. Inizia il processo e, alla fine, si conclude senza alcuna conseguenza negativa per i due genitori.
Come sottolinea il quotidiano toscano l'accusa "non è stata neanche derubricata con un eventuale reato minore come false dichiarazioni ai funzionari dell’ambasciata.