Coronavirus

C'è una cura per le trombosi da vaccino

In Canada è stato scoperto un trattamento vincente contro i rari casi di trombosi dopo il vaccino AstraZeneca: la terapia è un mix tra anticoagulanti e anticorpi, ecco come agisce

C'è una cura per le trombosi da vaccino

Un trattamento salvavita per i (rarissimi) casi di trombosi associati all'inoculazione del vaccino di AstraZeneca è stato trovato da ricercatori della McMaster University canadese.

Qual è la cura

Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine (qui il link originale) dopo aver visto i risultati su tre pazienti, consiste in una combinazione di farmaci anticoagulanti e di immunoglobuline da iniettare per via endovenosa. Come abbiamo alcune voltre trattato anche noi (qui un nostro articolo), la rara sindrome trombotica collegata al vaccino anti-Covid può essere causata da una diminuzione delle piastrine a 5-15 giorni dalla somministrazione oppure quando gli anticorpi attaccano una specifica proteina del sangue chiamata PF4 (fattore piastrinico 4): in questo modo le piastrine si aggregano e formano dei grumi. Questa nuova terapia, mix di anticoagulanti e anticorpi, ha una doppia azione: gli anticorpi fermano l'attivazione delle piastrine che rallentano la formazione dei trombi e gli anticoagulanti riducono la dimensione dei trombi già formati.

"Ecco come si evitano le trombosi"

"È un trattamento che si usa già in diverse situazioni, che comprendono malattie autoimmuni e malattie infettive", ha affermato Ishac Nazy, Docente di medicina alla McMaster University e direttore del laboratorio di Immunologia delle piastrine, intervistato da Repubblica. Il prof. ha spiegato come le immunoglobuline siano frequentemente utilizzate per il trattamento di alcune malattie del sangue ma sono stati descritti anche casi di successo per trattare la trombocitopenia che può insorgere come complicanza dell'uso di eparina ed evita che si formino anticorpi che si legano alle proteine le quali, a loro volta, attivano le piastrine che sono determinanti nella formazione dei trombi. "L'iniezione delle immunoglobuline IVIG non ha come effetto quello di ridurre il numero degli anticorpi 'cattivi' responsabili dell'attivazione delle piastrine: quegli anticorpi rimangono nel sangue. Quello che fanno le immunoglobuline, però, è di competere con gli anticorpi 'cattivi' per l'accesso alle piastrine". In questo modo, il numero di anticorpi "cattivi" che riescono ad attivare le piastrine cala drasticamente e si impedisce il formarsi dei trombi.

Il successo del trattamento

A questo trattamento sono stati sottoposti tre pazienti compresi fra 63 e 72 anni ed affetti da trombocitopenia associata alla somministrazione del vaccino AstraZeneca: due di loro avevano trombosi arteriose alle gambe, il terzo paziente trombosi venose e arteriose cerebrali. L'iniezione di un'alta dose di immunoglobuline IVIG ha inibito l'interazione degli anticorpi dei pazienti con alcuni recettori delle piastrine bloccando l'attivazione delle piastrine stesse. Tutti e tre i pazienti hanno visto aumentare in modo esponenziale il numero delle piastrine dopo la somministrazione delle immunoglobuline a dimostrazione del fatto che "questo aumento così rilevante del numero di piastrine in circolazione ci dimostra che l'attività trombotica è stata inibita", ha affermato il Prof. Nazy.

Trombosi non colpiscono solo le donne

Una domanda, però, resterà senza risposta: cosa hanno di diverso dal resto della popolazione questi tre pazienti in cui si sono formati gli anticorpi che attivano le piastrine? "È un'ottima domanda: oggi non conosciamo i fattori di rischio per cui in casi molto rari si può sviluppare questo problema. All'inizio si pensava che capitasse solo alle donne di mezza età. Ma probabilmente ciò dipendeva solo dal fatto che il vaccino era stato somministrato a una popolazione (quella degli operatori del settore sanitario) in cui le donne erano sovrarappresentate. Ora vediamo questi eventi anche in individui più giovani e più vecchi, sia donne che uomini". La ricerca internazionale è già attiva ma una risposta previsa ancora non c'è e non ci sarà fin quando non sarà stato isolato il fattore di rischio. Ad oggi, questi rari eventi trombotici vengono trattati con anticoagulanti. "Noi abbiamo mostrato che se si coadiuvano gli anticoagulanti con le immunoglobuline, i risultati sono migliori", sottolinea il ricercatore.

Purtroppo è un problema comune ai vaccini a vettore virale, tant'é che rari eventi simili sono stati riportati anche con il vaccino J&J.

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