Cronache

Vallanzasca fuori dal carcere: fa il magazziniere a Sarnico

Notte in prigione e di giorno al lavoro. Per la terza volta, il "bel Renè" otteniene l'opportunità di lavorare fuori dal carcere

Una notizia che farà certamente discutere. Renato Vallanzasca, il "bel Renè" che negli anni Settanta terrorizzò il Nord Italia con rapine, omicidi e sequestri, esce dal carcere ogni mattina per andare a Sarnico dove lavora come magazziniere. Il 6 febbraio del 1977 con la sua Banda della Comasina Vallanzasca aveva ucciso, proprio al casello autostradale di Dalmine, due agenti della stradale: Luigi D'Andrea e Renato Barborini

"Notte in prigione e buona parte del giorno al lavoro. Per la terza volta, ha ottenuto l'opportunità di lavorare fuori dal carcere sbarcando in Bergamasca, a Sarnico", si legge sull'Eco di Bergamo che oggi ha dato la notizia in anteprima (leggi qui). Dalla fine di luglio l'ex bandito leader della Banda Comasina, che fu condannato complessivamente a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione, presta servizio da un imprenditore che è impegnato nel commercio. "Mi sono reso disponibile per un progetto rivolto ai carcerati e che prevede un impiego per un periodo ben definito nell'intento dare loro l'occasione di ricostruirsi un presente e un futuro - racconta all'Eco di Bergamo il titolare - chiaramente non è facile gestire un programma come questo, ma da anni svolgo attività di volontariato nel settore e quindi non senza perplessità e consapevole delle difficoltà, ho accettato".

La notizia ha fatto subito il giro della Bergamasca. Con il passare dei giorni, le voci e le prime indiscrezioni hanno subito lasciato lo spazio alla certezza che Vellanzasca lavorasse come magazziniere a Sarnico. "Sarà proprio lui? - si chiedevano i residenti - Pare proprio di sì". Da qualche settimana, infatti, Vallanzasca lascia il penitenziario di Bollate (in provincia di Milano) per raggiungere Sarnico dove lavora in un magazzino e come assistente in una realtà commerciale.

"In queste calde settimane di una estate che pare non finire mai - si legge sull'Eco di Bergamo - la novità della sua presenza è circolata a rilento sotto gli ombrelloni e nei vicoli del centro storico".

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