Coronavirus

"Contagiosa e può reinfettare" Questa variante ora fa paura

La variante brasiliana circola già in Italia ed è più pericolosa di quella inglese perché può far reinfettare chi è stato già colpito dal Covid. "Molti brasiliani sono stati colpiti due volte a causa di questa variante"

"Contagiosa e può reinfettare" Questa variante ora fa paura

Se la variante inglese è quella ormai dominante in Italia (più del 50% dei nuovi casi) bisogna prestare la massima attenzione a quella brasiliana, presente al momento con una percentuale molto bassa (4,3%) ma pur sempre presente nel nostro Paese specialmente nelle regioni Centrali.

Cosa dice l'Iss

I dati aggiornati a pochi giorni fa (i report sono settimanali) dall'Istituto Superiore di Sanità vedono una prevalenza dei casi di variante inglese al 54,0%, di quella brasiliana al 4,3% e della sudafricana soltanto per lo 0,4%. La stima viene dalla nuova ‘flash survey’ condotta assieme al Ministero della Salute, ai laboratori regionali ed alla Fondazione Bruno Kessler (qui il documento completo). Nonostante la bassa circolazione, però, la circolare parla chiaro: "Dai dati emerge una chiara espansione geografica dall’epicentro umbro a regioni quali Lazio e Toscana della cosiddetta ‘variante brasiliana’, che deve essere contrastata con le massime misure di mitigazione", riporta il documento aggiungendo la raccomandazione di "continuare la sorveglianza genetica per stimare la trasmissibilità relativa di P.1".

La diffusione della brasiliana

Ma cos'è questa variante brasiliana che desta preoccupazione indicata come P.1? "La prima apparizione si è avuta a Manaus e Rio de Janeiro intorno a dicembre 2020 dopo aver analizzato alcuni campioni. Si tratta della stessa variante ma una è stata isolata e studiata a Manaus e l'altra a Rio da due diversi gruppi di studio. Una cosa importante da sottolineare è che questa variante è stata assente in tutti i campionamenti effettuati un mese prima, a novembre, mentre a dicembre era già presente al 40% nella popolazione sottoposta ai tamponi", afferma al giornale.it il Prof. Massimo Ciccozzi, Responsabile di Epidemiologia dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, il primo in Italia a scoprire la variante italiana di cui abbiamo parlato in un nostro Focus a dicembre. Le prime segnalazioni in Italia e su altri 7 paesi europei sono datate 25 gennaio 2021 e, ad oggi, risulta essere la meno diffusa delle tre secondo i dati ufficiali depositati nel database internazionale Gisaid: la brasiliana conta 417 sequenze da 25 Paesi, la sudafricana ne conta 2.361 da 48 Paesi e l’inglese 116.303 su 94 nazioni.

Perché è più pericolosa delle altre

È costantemente monitorata perché potrebbe avere una trasmissibilità più elevata ed i primi studi indicano che possa anche diminuire l’efficacia del vaccino. Infatti, in un pre-print pubblicato su Lancet, i ricercatori scrivono che "il plasma immunitario dei donatori di sangue convalescenti Covid-19 aveva una capacità neutralizzante 6 volte inferiore contro il P.1 rispetto alla linea B (quella inglese, ndr). Inoltre, il plasma di individui vaccinati non è riuscito a neutralizzare in modo efficiente gli isolati del lignaggio P.1. Questi dati indicano che il lignaggio P.1 può sfuggire agli anticorpi neutralizzanti generati in risposta alla stimolazione policlonale contro varianti precedentemente circolanti di Sars-Cov-2". Ma non è tutto: c'è un'ulteriore differenza rispetto a quella inglese ed alla sudafricana. "Ha una mutazione che l'inglese e la sudafricana non hanno, la K417T. Ancora non si sa cosa cambia effettivamente, è in fase di studio da parte dei ricercatori", ci dice il Prof. Ciccozzi. In pratica c'è un processo a cascata: tutte le varianti, rispetto al ceppo originario, hanno il famoso cambiamento 501Y che le rende più contagiose; a questo bisogna aggiungere un'altra importante mutazione, la E484K, sempre presente in tutte e tre le varianti principali (ma meno in quella inglese) che causerebbe maggiori infezioni ed eluderebbe gli anticorpi e poi, soltanto la brasiliana ha questa sconosciuta mutazione chiamata K471T. "Un'altra peculiarità della brasiliana, così come della sudafricana, è l'elusione degli anticorpi ed il vaccino potrebbe avere una minore efficacia ma non credo che, al momento, sia un problema europeo".

"È possibile reinfettarsi". Se, quindi, il problema vaccinale al momento non si pone, mette ansia il fatto che la variante brasiliana potrebbe infettare nuovamente chi ha già avuto il Covid. "Assolutamente si, questo è possibile tant'è che la variante è stata individuata a Manaus perché ha reinfettato molte persone già infettate dal ceppo precedente", sottolinea l'epidemiologo. Un bel problema, considerando che nel cuore della foresta amazzonica l'80% della popolazione era già stata colpita dal Covid ed una parte di essa è stata colpita nuovamente come dimostrano numerosi studi a riguardo. L'unica notizia positiva riguarda la letalità. "Non sembra sia più letale così come le altre due: nessuna nuova variante sembra essere implicata nella letalità, soltanto una maggiore contagiosità e minore efficienza anticorpale. Per adesso non si parla di letalità".
Perché è più contagiosa. Abbiamo visto che la variante inglese è 4-5 volte più trasmissibile del ceppo di Wuhan, e quella brasiliana? "Non darei una percentuale, non ci sono ancora studi di questo tipo sulle cellule: io direi che è più contagiosa ma non possiamo dire quanto", ma ci ha spiegato il perché di questa maggiore contagiosità. "Il fatto che lo sia dipende dalla stabilizzazione maggiore di una specie di 'braccio' che arpiona il recettore: cambiando l'aminoacido della 501Y c'è meno energia di legame, ed essendoci meno energia questo braccio oscilla di meno ed è ancora più pronto ad ancorare l'Ace2, ecco perché è più contagiosa. Lo è perché è più stabilizzata rispetto al ceppo originario", afferma Ciccozzi.

I casi nel Centro Italia

Come si può osservare dal grafico allegato a cura dell'Iss, della Fondazione Kessler e del Ministero della Salute, le Regioni italiane dove è maggiormente presente sono Toscana, Lazio ed Umbria che portano il tasso di circolazione nazionale di questa variante al 4,3%. Come mai proprio in quelle zone? "Probabilmente è dovuta ad una maggiore presenza della comunità sudamericana in quelle aree". Ma se i confini con il Brasile sono ormai chiusi da settimane, che giro avrà fatto questo virus? "Bastano una o due persone che abbiano viaggiato portandola dal Brasile in maniera asintomatica ed, essendo una comunità, può essere bastato un pranzo ed una sola persona per infettarle tutte", ci dice l'esperto. Da precisare che la circolazione della brasiliana è bassa ma è bene non farla diffondere e mantenere alta la guardia. E poi, perché rispetto a quella inglese c'è ancora un lato oscuro che i ricercatori non conoscono. "La dobbiamo temere un po' di più perché non tutte le inglesi hanno la mutazione in E484K che è quella che diminuisce la durata degli anticorpi. E poi non sappiamo cosa fa l'altra mutazione, la K417T: si distingue da quella inglese e sudafricana per questa mutazione in più che è sotto studio e non si capisce che influenza in più abbia possa avere", sottolinea l'esperto.

tabella varianti
Prevalenza delle varianti in Italia: con P.1 si identifica la variante brasiliana. Fonte Iss

Il monito di Rezza

È "sceso" in campo anche il Direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, che ha invitato tutti, "ad iniziare dalle Regioni dove è presente la variante brasiliana, ad implementare le misure di restrizione e di contenimento. Bisogna fermarla in tutti i modi - ha aggiunto - la variante brasiliana è presente in piu del 4% dei ceppi isolati.

Ha il problema della conformazione Spike che ci preoccupa un pò di più e quindi bisogna contenerla".

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