Coronavirus

"Ecco la variante sudafricana, così il virus prova a fregarci"

Secondo uno studio pubblicato pochi giorni fa, il primo nel suo genere, la variante sudafricana e quella inglese non cambierebbero l'efficacia del vaccino Pfizer-BioNtech. "Gli anticorpi neutralizzano le due varianti"

"Ecco la variante sudafricana, così il virus prova a fregarci"

In tutta Europa, la preoccupazione maggiore è rappresentata dalla variante sudafricana del Covid-19 che sembra essere ancora più infettiva di quella inglese tant'è che nel Regno Unito, quasi quotidianamente, è record di nuove infezioni e rimane altissimo anche il numero dei decessi.

Qualche giorno fa, il Prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e autorevole esponente del Comitato Tecnico Scientifico, ha promosso i nuovi vaccini anti-Covid mettendo, però, in dubbio la loro efficacia nei confronti di questa nuova variante del virus. "È certamente possibile che questa o altre mutazioni possano rendere meno efficaci i vaccini", ha dichiarato in un'intervista rilasciata al quotidiano LaStampa. Nemmeno 24 ore dopo, uno studio condotto da ricercatori dell'Università del Texas e pubblicato su Biorxiv ha dimostrato che le mutazioni che il Coronavirus ha avuto fin qui non cambiano l'efficacia del vaccino Pfizer-BioNtech, il primo ad essere stato autorizzato da enti regolatori come l'Fda americana, l'Agenzia Europa del Farmaco (Ema) e la nostra Aifa.

Vaccino Pfizer efficace contro le varianti

Un piccolo sospiro di sollievo, dunque, dal momento che i vaccinati della Pfizer sono già alcuni milioni nel mondo e quasi 700mila in Italia. La ricerca dal titolo "Neutralizzazione del mutante N501Y SARS-CoV-2 da parte dei sieri indotti dal vaccino BNT162b2" ha dimostrato che, per determinare se la risposta immunitaria indotta dal vaccino potesse neutralizzare le particelle Sars-CoV-2 con la mutazione N501Y, presente sia nella variante inglese che nella sudafricana, i sieri di 20 partecipanti alla sperimentazione sul vaccino di fase tre sono stati somministrati ad un virus con questa sostituzione generata nel laboratorio dell'Università del Texas. Secondo i ricercatori, i sieri hanno neutralizzato sia il virus mutato che quello senza la mutazione. "Il rapporto ha indicato che non c'è stata nessuna riduzione dell'attività di neutralizzazione contro il virus che portava il picco Y501", hanno dichiarato i ricercatori.

"Tranquilli ma vigili"

"Sia gli infettati con il virus convenzionale sia i vaccinati, e questo è molto importante, sviluppano anticorpi che neutralizzano le due varianti, quella inglese e quella sudafricana. È la risposta ai dubbi che ha espresso il Prof. Ippolito", ci ha detto in esclusiva il Prof. Massimo Clementi, Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano. "Sulla base di questi risultati, per il momento, potremmo stare tranquilli ma vigili". La differenza è che, mentre tutti gli altri studi sono stati di 'sequenza', dove si vede che esiste una variante ma non si capisce quale può essere il suo effetto biologico, "in quest'ultimo la variante è stata riprodotta e si è visto che i sieri dei soggetti che sono stati vaccinati o che hanno avuto la malattia la neutralizzano, è stato visto questo effetto biologico. Lo studio virologico ha portato a vedere che il nostro sistema immunitario risponde anche alla variante", sottolinea Clementi.

"Vacciniamoci velocemente"

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il Prof. Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus biomedico di Roma e scopritore di alcune delle mutazioni del Sars-Cov-2 di cui abbiamo parlato poco tempo fa sul nostro giornale. "C'è un lavoro scientifico portato avanti da ricercatori dell'Università del Texas che dice che variante sudafricana e inglese non inficiano l'efficacia del vaccino: sulla base di questo lavoro, però, dovremmo fare anche in Italia un monitoraggio delle varianti che circolano, cosa che ancora non si fa, dovremo fare in modo che il virus circoli il meno possibile", ha dichiarato in esclusiva per ilgiornale.it. "Questo comporta che dobbiamo sbrigare a vaccinarsi, prima lo faremo meno virus circolerà. Così, anche il problema delle varianti, sarà evitato".

Differenze inglese-sudafricana

Rispetto a quella inglese, la variante sudafricana ha una mutazione in più sulla proteina Spike: l'inglese ne ha otto, la sudafricana nove."Tra queste c'è la mutazione E484K su cui si stanno facendo studi di modelling e li stiamo facendo anche noi. Le due sembrano avere un'origine in comune ed entrambe sarebbero molto più contagiose del virus originale ma è un'osservazione epidemiologica, per dire questo ci vuole una prova di laboratorio su cellule", afferma Ciccozzi. "Il lavoro su Medrix afferma che non dovrebbe dare preoccupazioni ma usiamo sempre con il condizionale. Bisogna avere un sistema di sorveglianza e monitoraggio per queste varianti ed in Italia si sta tentando di farlo adesso, in Inghilterra già da marzo hanno un sistema per queste varianti".

Il virus mutato in Italia: le varianti non importate

"Necessario un monitoraggio". Per non farci scappare nessuna variante futura del Covid-19, è fondamentale che l'Italia si metta al passo e non perda più tempo. "Ci sono state iniziative spontanee, non finanziate dal Ministero, alla quale ho partecipato anche io con il Prof. Galli, il Prof. Caruso - ci dice Massimo Clementi - ed una dozzina di laboratori che si sono messi insieme ma bisognerebbe istituzionalizzarla. L'Iss si sta muovendo ma dovrebbe essere una partenza in grande stile mettendo in piedi i principali laboratori che in Italia si occupano di questo".

"I nuovi vaccini sono duttili"

Se il virus ci frega, anche noi proveremo a fregarlo: i rivoluzionari vaccini ad mRna di Pfizer e Moderna consentono modifiche in corsa qualora il Covid-19 cambiasse totalmente rendendoli inefficaci. "I due vaccini ad Rna messaggero sono talmente duttili che si modificano nell'arco di un paio di mesi rigenerando una proteina Spike con le mutazioni del virus per garantirci gli anticorpi contro la proteina. Se cambia la proteina, cambia l'Rna messaggero che dà l'ordine di fare questa nuova proteina con le mutazioni, è questa la duttilità dell'Rna", afferma Ciccozzi. Niente paura, il virus non è mutato a tal punto e, come detto, i vaccini attualmente in produzione rimangono assolutamente efficaci. "Le mutazioni nella Spike devono essere tantissime e ci vuole tempo, magari accadrà fra un anno ma tutti gli anni il vaccino antinfluenzale cambia in base ai nuovi ceppi virali. Il Coronavirus ha già fatto 12mila mutazioni la maggior parte delle quali, però, sono inefficienti. Dal punto di vista evolutivo significa che il virus, una volta cambiato l'ospite, fa tante mutazioni per potersi adattare", sottolinea l'epidemiologo romano.

L'esempio del pc. In caso di mutazione completa, si deve riformulare l'Rna nei confronti della nuova variante. "L'Rna messaggero è come una stringa di lettere: quando non sono più buone le cambio per leggere un'altra cosa. È come se le nostre cellule fossero un computer, io gli faccio leggere una stringa di lettere che legge ed elabora, che è il nostro sistema anticorpale. Se vedo che non funziona più, cambio le lettere per fargliene leggere altre e lui farà altri anticorpi verso quelle nuove lettere", ci spiega Ciccozzi.

Pressione selettiva. Il Covid corre ma noi dobbiamo farlo più di lui: le soluzioni sono rappresentate dal vaccino, per pervenire l'infezione, e dagli anticorpi monoclonali in uno stadio iniziale della malattia. "Stiamo iniziando una fase vaccinale e, il più presto possibile, anche a disporre degli anticorpi monoclonali. I vaccini di Pfizer e Moderna e gli anticorpi monoclonali rispondono sia al virus "storico", chiamiamolo così, sia ai virus mutati che circolano adesso - dice il Prof.

Clementi - ma è molto importante che quando metteremo una pressione selettiva sul virus con molti soggetti vaccinati, ci sia un monitoraggio come quello che hanno realizzato in inghilterra ed ha identificato questa variante".

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