Cronache

Vatileaks, un cardinale confessa. "Svolta clamorosa e imminente"

Il Corriere della sera rivela della collaborazione di un Carinale che avrebbe deciso di collaborare. Intanto spunta la richiesta segreta all'Italia di collaborare alle indagini

Vatileaks, un cardinale confessa. "Svolta clamorosa e imminente"

Le indagini e l'inchiesta del Vaticano sulla fuga di notizie e i "corvi" che infestano le sacre mura va avanti. E ci sono delle novità che è possibile definire "clamorose": secondo il Corriere della Sera, infatti, negli ultimi giorni un cardinale avrebbe deciso di collaborare e di "confessare". Per questo sarebbero emersi dei particolari determinanti tanto che "Oltretevere sono in molti a parlare di svolta clamorosa e imminente".

Chi c'è dietro i documenti passati ai due autori che hanno scritto i libri dello scandalo, Fittipaldi e Nuzzi. Quello che è sicuro è che oltre agli arrestati, monsignor Lucio Angel Balda e Francesca Chaouqui, ci sono altri nomi tra la lista degli attenzionati. Persone che al momento non sono accusate di nulla, ma che hanno subito alcune indagini da parte dei pm vaticani.

Nonostante Nuzzi abbia negato ogni collegamento, dalle indagini emergerebbe un legame tra i furti di documenti del maggio dell 2014 dal palazzo delle Congregazioni e la pubblicazione dei libri. In quel caso vennero forzate due casseforti, trafugando numerosi dossier. Ed è proprio in merito a questa vicenda che il cardinale "pentito" avrebbe deciso di vuotare il sacco, rivelando chi avrebbe potuto ottenere quei dossier. Ci sarebbero dei ricatti da parte di chi è venuto in possesso di quelle carte.

Inoltre, secondo il Corsera il Vaticano avrebbe anche chiesto al governo italiano di collaborare alle indagini. In particolare, scrive Fiorenza Sarzanini, dalla Santa Sede sarebbe stata avanzata "una richiesta di collaborazione per fermare ulteriore divulgazione dei documenti segreti sottratti e punire chi ne ha già usufruito". Per questo il Carinal Giuseppe Bertello avrebbe nei mesi scorsi incontrato un rappresentante delle istituzioni italiane per concordare come procedere dopo la decisione di dare via libero agli arresti.

La collaborazione potrebbe ora continuare: il Vaticano non esclude di chiedere una rogatoria al ministero della Giustizia.

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