La vendetta della regina Elisabetta: «Corbyn non sia più onorevole»

LondraJeremy Corbyn non è più «molto onorevole». Lo avrebbe deciso Buckingham Palace che, secondo quanto raccontato ieri dal quotidiano conservatore Daily Telegraph , avrebbe chiesto di togliere lo status di «Right Honourable» al nuovo leader laburista dopo che quest'ultimo aveva snobbato la prima riunione del Privy Council, il Consiglio Privato presieduto dalla Regina in cui si discutono anche questioni di sicurezza nazionale.

Il buon Jeremy aveva infatti preferito andarsene in vacanza con la moglie spiegando che si trattava di una pausa pianificata da tempo. La stampa conservatrice aveva però insinuato che in realtà Corbyn non avesse nessuna intenzione di inchinarsi di fronte alla Regina e di farle il baciamano e avesse quindi optato per un'assenza strategica. Spiegazione più che plausibile visto l'uomo, socialista di ferro che in passato ha già chiesto l'abolizione della monarchia.

Questa volta però, sembra che Elisabetta non abbia affatto gradito lo sgarbo ed abbia chiesto, tramite i suoi consiglieri, di punire il leader laburista tanto che da ieri sul sito web del Parlamento non risulta più insignito di un titolo che gli spetterebbe di diritto in quanto capo del primo partito dell'opposizione. Il Telegraph riporta dichiarazioni e contro dichiarazioni su quello che per alcuni è solo un «pasticcio amministrativo» e per altri una volontà precisa rivelatrice del fatto che tra Buckingham Palace e questo esponente di una sinistra vecchia maniera non corre affatto buon sangue.

Va detto che Corbyn, nel giro di un solo mese dalla sua nomina, è riuscito a mettere a segno un buon numero di gaffes tanto da far concorrenza persino al consorte di Elisabetta. Come già si evince da quei pantaloni eternamente stazzonati e la rada capigliatura spettinata a cui ha abituato da decenni i suo elettori, il nuovo capo del Labour non ama affatto le occasioni ufficiali e neppure la formalità che le accompagna. Il che, per un politico inglese, può diventare un problema serio. Se infrangi l'etichetta reale, la Corona non te lo perdona, ma non lo fa nemmeno una parte dell'opinione pubblica. Corbyn si era già inimicato la ditta Windsor quando alla sua prima uscita pubblica come nuovo capo laburista, durante la commemorazione dei 75 anni della Battaglia d'Inghilterra, si era rifiutato di cantare l'inno nazionale.

Capello bianco scomposto e cravatta rosso scuro da militante su un completo spezzato alquanto inopportuno, era rimasto muto in mezzo ad un coro di voci. Quel «God Save The Queen» non aveva neppure fatto finta di cantarlo, come qualche volta fanno i calciatori per simpatizzare con il pubblico. «L'ha fatto di proposito» avevano titolato i giornali nazionali ricordando che Corbyn è un pacifista della vecchia guardia nonché il presidente di «Stop the War Coalition». Anche quella volta la polemica era durata per giorni. A questa si erano poi aggiunte le voci dei suoi presunti legami con alcuni esponenti dell'Ira e vedremo quali performances ci riserverà il futuro.

Di concreto per ora c'è che il non più membro del Consiglio Privato verrà di fatto escluso da discussioni importanti come quella su un eventuale intervento in Siria. Chissà, forse gli sarebbe convenuto, per una volta, chinare il capo di fronte a Sua Maestà.

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