Cronache

"Venite a fare un giro?" L'incubo delle due 15enni violentate in piscina

La denuncia da parte della mamma di una delle ragazzine. Le due 15enni sarebbero state stuprate da un gruppo di giovani. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Cuneo

"Venite a fare un giro?" L'incubo delle due 15enni violentate in piscina

Trascinate nei bagni della piscina e violentate da una comitiva di sconosciuti. È quanto accaduto a due 15enni, entrambe vittime di una presunta violenza sessuale di gruppo. A raccontare la vicenda, su cui ora indagano i carabinieri e la Procura di Cuneo, è la mamma di una delle giovani: "Mia figlia era pietrificata. Mi ha detto che, in quel momento, ha pensato all'omicidio di Pamela Mastropietro (la ragazza violentata e fatta a pezzi a Macerata ndr). Sperava solo che quell'incubo finisse".

Il racconto

I fatti risalgono a un mese fa. Chiara e Maria (nomi di fantasia) si danno appuntamento con gli amici in un parco acquatico. La giornata trascorre tra relax, risate e tanto divertimento. Al pomeriggio, la comitiva delle due ragazze decide di rincasare e si allontana verso la fermata del bus. Le 15enni, invece, preferiscono fermarsi per un ultimo tuffo in piscina. E così dalle sdraio raggiungono la vasca. In quel momento vengono avvicinate da un gruppo di sconosciuti. Dapprima uno scambio di battute, poi le avances: "Venite a fare un giro?", chiede uno dei giovani a Chiara. Lei rifiuta ma il ragazzo insiste: "Dai, dicci come ti chiami", continua dopo averle strappato il cellulare dalle mani. Maria, invece, porta gli occhiali. Uno della comitiva di avventori decide di prenderli: "Li hanno portati dalle loro sdraio e non volevano restituirglieli", racconta la mamma di una delle ragazze al quotidiano La Stampa. I bagni si trovano tra le file di lettini delle adolescenti e quelli degli sconosciuti: "Vieni con me a riprendere gli occhiali della tua amica", dice uno di loro a Chiara afferrandola per un braccio. È l'inizio dell'incubo.

La presunta violenza

Quando arrivano vicino alla toilette, Chiara viene spinta dentro e bloccata di là dalla porta. "La tua amica non esce più, andiamo a vedere cosa è successo", dicono i giovani rivolgendosi a Maria. Anche lei viene spinta in bagno e trattenuta con la forza. A Chiara, secondo la testimonianza della mamma, viene imposto un rapporto orale. "Avevano preso il telefono a tutte e due. - continua il racconto -. Mia figlia mi ha detto di essere uscita piangendo dai bagni e che un adulto l’ha vista: mi chiedo perché questa persona non abbia capito che stava succedendo qualcosa di anomalo". La restituzione dei telefoni da parte dei presunti aggressori avviene fuori dalle toilette: "Maria non usciva dai bagni e Chiara ha provato a farle squillare il telefono - spiega ancora la donna al quotidiano di Torino -. Ha risposto uno dei giovani e, siccome Chiara si è inventata che era appena arrivato un genitore a prenderle, l’amica è stata fatta uscire dopo una decina di minuti".

La denuncia

Tornata a casa, Chiara resta in silenzio tutta la serata. "Avevamo gente a cena, - racconta la mamma - ho visto che non parlava ed era molto strana. Pensavo fosse stanca, ma c’era qualcosa di diverso: uscite sul balcone, si è sfogata. Mi ha detto di non aver raccontato immediatamente per paura che 'scoppiasse un casino'. Naturalmente abbiamo chiamato subito i carabinieri ed è arrivata l’ambulanza che l’ha portata in ospedale per tutti gli accertamenti". Sulla vicenda ora indagano i carabinieri mentre la Procura di Cuneo ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato per violenza sessuale. "Siamo sconvolti - conclude la mamma di Chiara - e anche tanto amareggiati, per la mancanza di una sorveglianza all’interno della piscina.

Ci chiediamo come sia possibile che nessuno si sia accorto di quanto stava accadendo, anche perché, dal racconto delle ragazze, sembra che questi giovani abbiano uno schema in qualche modo collaudato".

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