Guardiamoci attorno. C'è una guerra, nel cuore dell'Europa, che da otto anni continua a mietere vittime. Oltre 14mila, secondo le stime ufficiali. Una guerra che ha varia intensità e che negli ultimi giorni sta esplodendo. Prima attraverso i toni sempre più esacerbati della diplomazia e poi attraverso quelli dei mezzi pesanti e dei volontari che si arruolano per combattere per il proprio Paese. È la guerra in Ucraina. Tutto è iniziato nel 2014, con l'Euromaidan, rivolte di piazza che hanno portato prima a un cambio di regime e poi a una guerra, seguita dalla creazione di due repubbliche separatiste a Donetsk e Lugansk. Per anni, il mondo ha guardato altrove. Come se tutto fosse finito. Come se militari e mortai non fossero mai esistiti. Ma nell'ultimo mese qualcosa è cambiato.
La Russia ha ammassato oltre 100mila uomini attorno al Paese. Gli Stati Uniti hanno chiesto a Putin di fare marcia indietro e di non attaccare l'Ucraina. Un via vai di presidenti e primi ministri ha caratterizzato la vita politica di Mosca delle ultime settimane. E ieri, il presidente Vladimir Putin ha riconosciuto ufficialmente le repubbliche di Donetsk e Lugansk, avviando anche un'operazione di peacekeeping.
E ora cosa dobbiamo aspettarci? Per comprendere cosa accadrà, InsideOver ha organizzato una tavola rotonda, che si terrà venerdì 25 alle 18 (qui per vederla), con Sergio Romano, diplomatico di lungo corso e ambasciatore in Unione sovietica dal 1985 al 1989; Aldo Giannuli, docente all'Università statale di Milano e esperto di geopolitica; Giampaolo Cadalanu, a lungo firma di Repubblica e inviato; Fausto Biloslavo, reporter con 40 anni di guerre alle spalle e nostro inviato a Kiev. L'incontro sarà moderato dal nostro analista Mirko Mussetti.
La tavola rotonda potrà essere seguita a questo link.Quattro nomi per quattro punti di vista diversi. Che ci aiuteranno a comprendere cosa sta accadendo in Ucraina. E, soprattutto, che ci spiegheranno perché oggi non possiamo girarci e guardare altrove.
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