La verità sui giovani ricoverati: "Non sono in terapia intensiva"

Il professore ha voluto spiegare il senso delle dichiarazioni da lui fornite e quindi successivamente distorte circa i giovani contagiati

La verità sui giovani ricoverati: "Non sono in terapia intensiva"

Avevano scatenato subito il panico, facendo gridare in modo ingiustificato all'allarme, alcune parole diffuse qualche giorno fa a mezzo stampa, nelle quali si parlava di giovani (per la precisione cinque) di età compresa tra i 20 ed i 26 anni ricoverati in ospedale tra Foggia e San Giovanni Rotondo dopo aver manifestato dei sintomi riconducibili al Coronavirus.

Il concetto passato, dopo il coinvolgimento diretto dell'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, è che i ragazzi si trovassero in gravi condizioni di salute, tali da determinare addirittura il loro trasferimento in terapia intensiva. A ritornare sulla vicenda, per chiarire una volta per tutte ed in modo definitivo la realtà dei fatti è lo stesso professore, docente presso l'Università di Pisa, che ha utilizzato il proprio profilo Facebook per informare gli utenti.

"Non sono abituato, ma di fronte alla scientifica campagna di disinformazione portata avanti dai soliti noti, mi tocca farlo", esordisce l'esperto. "Qualche giorno fa a domanda di una brava giornalista che mi chiedeva che tipo di casi stiamo osservando in queste settimane, ho risposto che nel nostro archivio risultavano anche 5 casi di giovani fra 20-30 anni definiti con un livello 'severo' di malattia".

Ed è proprio qui che si origina la distorsione del senso delle parole di Lopalco. "I soliti noti, con la solita tecnica del telefono senza fili, hanno via via distorto questa mia informazione, facendomi alla fine dire che in Puglia abbiamo casi di ventenni in condizioni gravi in terapia intensiva. Niente di più falso: mai detta una cosa simile. Come al solito gli allocchi ci cascano ed ho avuto un gran da fare a ripulire la mia bacheca dai commenti di frotte di imbecilli", attacca l'epidemiologo.

Tutto ruota attorno alla reale comprensione del termine "severo", utilizzato in medicina con dei riferimenti specifici, che il professore spiega nel suo post. "Per chiarire, nelle linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità si definisce caso 'severo' un paziente con "manifestazioni cliniche a carico delle vie respiratorie/altri organi apparati che necessitano di ricovero (non in terapia intensiva). Se passa in terapia intensiva si etichetta come 'critico'".

Dopo aver fornito anche un link utile per comprendere al meglio le linee guida seguite. Lopalco conclude l'intervento in modo polemico: "Ovviamente chiedere una rettifica ai giornalisti esperti di disinformazione non mi passa nemmeno per la testa. Né a me, né al mio cane".

Numerose le repliche ed i ringraziamenti, anche se alcuni utenti vedono una distorsione dei dati sui giovani contagiati come conseguenza politica della discesa in campo al fianco di Emiliano. "Il problema non penso sia neppure il passaggio da severo a critico, che per alcuni manipolatori mediatici è passaggio fin troppo fine da capire. Il problema è la sistematica distorsione dei dati a fini politici ovvero la medicina al servizio della politica. Su questo dovete fare qualcosa, seriamente e presto voi epidemiologi e altri specialisti in evidenza su questo tema.

Fate un patto scritto, datevi delle guidelines, ciò che volete ma fatelo". "Lei Professore è una persona seria", replica un'altra utente. "Io la stimo molto. Invece non stimo più Emiliano che ha rilanciato un turismo a carissimo prezzo covid".

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