Cronache

Verso la nuova Rai. Parte il totonomi: ecco chi è in lizza

Entro fine giugno è previsto l'insediamento del nuovo CdA Rai: Tinny Andreatta è la favorita per prendere il posto di Fabrizio Salini

Verso la nuova Rai. Parte il totonomi: ecco chi è in lizza

Oggi è l'ultimo giorno utile per presentare le candidature per il CdA Rai. Da domani il governo avrà due mesi di tempo per effettuare le nomine dei suoi due rappresentanti, che occuperanno il ruolo di presidente e di vicepresidente e per la prima volta si profila all'orizzonte la possibilità di nomine tutte al femminile. Tinny Andreatta è la favorita per ricoprire il ruolo di amministratore delegato mentre come presidente di garanzia circola con insistenza il nome di Paola Severini Melograni.

La posizione di Tinny Andreatta

Tinny Andreatta ha il profilo perfetto dell'amministratore delegato che cerca questo governo. Ha lavorato per molti anni in Rai conquistando la stima di molti in viale Mazzini per poi prendere lo scorso anno la strada di Netflix. Questo potrebbe essere l'unico intoppo per la sua nomina ad amministratore delegato, a causa di una clausola di non concorrenza che proprio per il suo passaggio alla piattaforma di streaming ne impedirebbe il ritorno. Enrico Letta punta tutto su Tinny Andreatta, che in realtà piace a tutto il Partito democratico e anche a Mario Draghi. La Commissione di vigilanza Rai è pronta a opporsi nel caso in cui questa clausola venisse bypassata, fattispecie che però non convince nemmeno il presidente del Consiglio.

Le candidature per la presidenza

Oltre a Paola Severini Melograni, che gode di fiducia trasversale sia dal mondo politico che da quello cattolico e laico, per questo ruolo è in lizza anche Alberto Quadrio Curzio. L'economista si dice piaccia a Mario Draghi. La scelta del presidente Rai non sarà facile, perchè dev'essere necessariamente ratificata col voto favorevole di 2/3 della Commissione parlamentare di vigilanza. Con le attuali tensioni politiche è difficile individuare una figura che metta tutti d'accordo.

Si continua a cercare anche la figura giusta per il ruolo di direttore generale. Il nuovo corso dovrebbe avere due professionisti in questo ruolo, che stando a quanto riferito da Marco Antonellis su Tpi.it attualmente sembrano essere stati individuati in Roberto Sergio, direttore di Rai Radio, e Marcello Ciannamea, che piace anche al centrodestra al quale spetta la delega sul prodotto editoriale. Non è esclusa la riconferma di Alberto Matassino, al quale però andrebbero deleghe rafforzate.

Il rinnovamento del Cda Rai

Un'altra partita importante si gioca sulle nomine nel Consiglio di amministrazione. Per quest'organo è fondamentale il ruolo dei partiti, che da tempo stanno muovendo le loro pedine. Il Messaggero suggerisce che il Partito democratico sarebbe pronto a sostituire Rita Borioni con Silvia Costa, vicina alla corrente di Dario Franceschini. Il Movimento 5 Stelle ancora non ha trovato una quadra per il suo nome ma secondo voci interne pare che la ricerca sia indirizzata nell'ambiente universitario, preferibilmente per individuare una professoressa. Una collega di Giuseppe Conte, quindi, che dovrà in questo modo prendere la sua prima decisione come leader politico del MoVimento.

Sembra scontata la permanenza di Riccardo Laganà come rappresentate dei dipendenti, supportato da moltissimi dei lavoratori Rai. Anche la presenza di Giampaolo Rossi non sembra essere in discussione. Probabile anche la riconferma per il consigliere Igor De Biasio.

Il nuovo ciclo che si aprirà con il rinnovamento dei vertici e del Cda avrà l'onere di risanare il bilancio e anche per questo motivo i partiti sono in fermento per trovare gli uomini giusti che sappiano fare le scelte migliori per l'azienda.

Il rinnovamento ai vertici dei telegiornali

Anche per quanto concerne l'informazione, in Rai è tempo di nuove nomine. Per il Tg1 il favorito sembra essere Di Bella ma anche Monica Maggioni sembra avere ottime possibilità, a conferma della linea rosa intrapresa dalla Rai. La giornalista potrebbe trovare spazio anche al Tg3. Non sembra in discussione la posizione di Sangiuliano, che da quando si è insediato ha garantito ascolti in crescita al Tg2.

Bilancio approvato

Prima della scadenza del mandato e l'arrivo dei nuovi vertici, il Cda ha approvato il bilancio Rai in sostanziale pareggio. Marco Antonellis, sempre su Tpi.it, ha rivelato che da viale Mazzini hanno cercato di tergiversare ma dal Mef hanno imposto la chiusura nel più breve tempo possibile.

E così è stato chiuso con largo anticipo, con "con un debito netto peggiorato a 523 milioni", come riferisce Il Messaggero.

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