Coronavirus

Virus, Fontana ancora contro riaperture differenziate: "Più danni che vantaggi"

Il governatore della Lombardia è tornato a discutere della possibilità di un calendario di ripartenze diverse e si è detto, ancora una volta, contario: "Non consentirebbe un equilibrato sviluppo nemmeno alle regioni che aprono"

Virus, Fontana ancora contro riaperture differenziate: "Più danni che vantaggi"

Attilio Fontana ne è convinto: una riapertura diversificata delle diverse aree colpite dal nuovo coronavirus sarebbe "monca e zoppa" e "non consentirebbe un equilibrato sviluppo nemmeno alle regioni che aprono". Il governatore della regione Lombardia, ai microfoni del programma 24 Mattino, di Radio 24, è tornato a parlare della "fase 2" e come aveva specificato ieri, a suo avviso, l'ipotesi di una riapertura regionalizzata porterebbe rischi e pochi benefici: "C'è una tale interconnessione tra le filiere e le attività commerciali, che c'è davvero il rischio che un'apertura a spizzichi e bocconi, a macchia di leopardo, faccia più danni che vantaggi".

"Apertura subordinata alla sicurezza"

"Se si tratta del negozio di vicinato va benissimo che le cose siano diverse, ma sono convinto che la riapertura debba avvenire nel momento in cui, comunque, il rischio del contagio si sia concluso o sia vicino alla conclusione su tutto il territorio. Perché il rischio che il contagio riprenda c'è, senza sapere da dove riparte", ha chiarito ancora il governatore lombardo. Che aggiunge: "Noi non è che vogliamo riaprire rischiando, io ho sempre sostenuto che la riapertura deve essere subordinata alla sicurezza e credo anche che finché non si individuerà un vaccino dovremo convivere con questo virus".

La convivenza con il virus

Come riportato da Adnkrons, Fontana, continuando a parlare di un'eventuale coesistenza con il Covid-19, ha citato anche il premio Nobel Luc Montagnier e ha dichiariato: "Secondo lui, dopo un certo numero di giorni, il virus scompare, speriamo abbia ragione. Se così non fosse dovremo imparare a conviverci, perché non potremo, per tutta la vita, dividere l'Italia ed escludere le aree contagiate e per convivere con il virus bisognerà assumere stili di vita diversi da quelli di adesso".

Le responsabilità dello Stato

E, durante l'intervento, il governatore della Lombardia è tornato a parlare della mancanza delle apparecchiature di protezione individuale e ha detto: "I dispositivi di sicurezza avrebbero dovuto esserci procurati da chi deve gestire le emergenze nazionali, è compito dello Stato. Non è un'accusa ma un dato di fatto: anche noi abbiamo cercato di comprare nel mondo e non era facile trovarli. Su questo noi abbiamo fatto quello che abbiamo potuto e lo Stato ha fatto quello che ha potuto, abbiamo cercato di supportare lo Stato nella ricerca di questi dispositivi che, oggettivamente, non c'erano".

Le assunzioni (e le accuse)

"Da due anni sto chiedendo di darmi la possibilità di poter assumere più medici e infermieri e quando parlavo di autonomia facevo sempre questo esempio", ha spiegato Fontana. Che poi ha aggiunto: "Purtroppo la storia mi ha dato ragione, se avessimo avuto la possibilità di assumere più medici e infermieri, avendo le risorse per farlo ed essendo invece ciò impedito da una legge nazionale, la finanziaria del 2014, forse avremmo potuto affrontare con meno ansia questo evento".

"L'ospedale Fiera? Spero si svuoti"

Ai microfoni di Radio24, il governatore lombardo ha parlato anche dell'ospedale Fiera e ha dichiarato amareggiato: "Una volta tanto che viene fatta un'iniziativa che va nella direzione di programmare e progettare il futuro viene subito contestata". E sull'attività della nuova struttura, Fontana ha auspicato "che questo ospedale si svuoti e che nessuno ci rientri, ma è stato costruito nel momento di massimo picco del virus, quando ormai i posti nelle terapie intensive erano finiti, aumento di posti non poteva essere realizzato e noi temevamo che la cosa potesse andare avanti. Grazie a Dio". E su questo conferma: "La richiesta è stata fatta dai nostri esperti, preparare una diga nel caso in cui l'epidemia avesse superato l'argine. È una previsione, qualcosa che può servire per il futuro, mi auguro non debba mai servire".

Le ospedalizzazioni

In radio, il governatore è tornato a parlare anche degli attacchi sull'ospedalizzazione e ha detto: "Chi fa questa accusa è chi non ha visto cosa stava succedendo. Arriva anche dai medici di Bergamo? Ci sono medici che dicono una cosa e medici che ne dicono un'altra. Quando una persona non respira e rischia di morire soffocata, a casa non si può curare". Ricordando che nei giorni del picco massimo, all'interno dei pronto soccorso "c'erano 80-90 persone all'interno del triage che non riuscivano a respirare", Fontana ha confermato che "quelle erano persone che dovevano essere ospedalizzate", che "non potevano essere curate in modo diverso" e ha concluso: "Non ci sono alternative.

Si può dire tutto e il contrario di tutto, ma io parto dal presupposto di chi questa storia l'ha vissuta in prima persona".

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