La vita è sempre più lunga. E rosa

da Pixabay
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La notizia è vecchia: stiamo invecchiando. Ma ringiovanisce sempre di più, nel senso che invecchiamo sempre di più. Qualcuno, anche fra i non sbarbati, anzi fra i matusa da quel dì, sbotta: che palle vivere in un mondo di vecchi! E poi magari corre (si fa per dire) a fare gli esami del sangue di routine.

Invece, sarà banale dirlo, la notizia è buona: in fondo è sempre meglio vivere che morire, o no? L'ha aggiornata ora l'Oms che dice: nel 2030 le signore sudcoreane supereranno addirittura la soglia dei 90 anni di «aspettativa di vita», e le altre e gli altri, gli uomini, come al solito (e non per cavalleria) in leggero ritardo, lì da presso a tallonarle. Pare inoltre che l'Italia sia messa bene, nella geronto-hit: figurando nella Top ten mondiale per un pelo (bianco) sia con le donne, al nono posto, sia con gli uomini, al decimo. Certo, si tratta dei Paesi industrializzati, di quel G35 dai confini piuttosto laschi, ma che sicuramente non comprendono il depresso Terzo mondo. Del resto una «soffiata» proveniente dalla Cia (ma facilmente reperibile in rete) stilava già nel 2014 principesche stime nettamente over-90 per i pensionati del Principato di Monaco, a fronte di un triste e sottoproletario under-50 per i poveri, in tutti i sensi, abitanti del Ciad.

Insomma, al di là dei numeri, e dunque della matematica, la previdenza sociale, globalmente parlando, resta un'opinione. Non opinabile è invece il contemporaneo corollario periodicamente rinnovato al classico De senectute. Dalla Fonte miracolosa, mito medievale ma mai fuori moda, riciclato oggi nelle spa per anziani danarosi, alla piscina del Cocoon di Ron Howard o a quella della Giovinezza di Paolo Sorrentino dove sguazza, insieme a Michael Caine e ad Harvey Keitel, la miracolosa (lei sì) Madalina Ghenea, l'inseguimento all'irraggiungibile eternità prosegue a ritmo serrato. E mentre una settimana sì e l'altra pure apprendiamo (sempre con una punta d'invidia) del sereno commiato del 104enne e della 109enne di turno, qualcuno ha per tempo messo le mani avanti dicendo che la Bibbia aveva torto: saremo in grado di superare i 120.

Come in autostrada, senza che l'Altissimo o chi per Lui ci fermi al posto di blocco e ci metta una mano sulla spalla mormorando: «Fine corsa figliolo, adesso vieni con me». Ed essendo provato che l'ottimismo è un tonico, chi ci impedisce di gonfiare un po' le statistiche mettendo un 1 davanti a 90? Tanto, quando lo scopriranno saremo abbondantemente morti.

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