Cronache

Viterbo, marocchino pestato da 12 persone perché pregava in cella

L’accusa parla di un regolamento di conti, ma il marocchino alla sbarra ha rivelato un’altra verità: “Ce l’avevano con me perché, essendo musulmano, spesso pregavo ad alta voce disturbandoli”

Viterbo, marocchino pestato da 12 persone perché pregava in cella

Fu aggredito e ferito nella casa circondariale Mammagialla di Viterbo, per questo motivo è stato sentita ieri in aula la vittima del pestaggio, un 31enne di nazionalità marocchina.

Al momento, con l’accusa di lesioni aggravate, risulta inquisito solo un moldavo di 48 anni, tale Tudor Malcoci, già condannato a 17 anni di reclusione per l’omicidio di un connazionale commesso nel 2014.

Secondo i pm fu proprio quest’ultimo a malmenare il magrebino, probabilmente per un regolamento di conti. Tuttavia il nordafricano, che finì in ospedale con numerose lesioni al volto e una frattura del setto nasale ritenute allora guaribili in 30 giorni, ha rivelato ben altro alla sbarra, come riportato dal “Corriere di Viterbo”. “Quel giorno avevo appena finito di allenarmi, quando al ritorno in sezione sono stato aggredito da 12 persone. Non sono riuscito a riconoscere nessuno e non voglio denunciare nessuno. Ce l’avevano con me perché, essendo musulmano, spesso pregavo ad alta voce disturbandoli”.

Il nordafricano aveva infatti iniziato a praticare la boxe in prigione, senza attrezzatura né protezioni di sorta (furono utilizzate ciabatte al posto dei guantoni), e il giorno del pestaggio aveva fronteggiato proprio un moldavo. Un particolare, questo, che ha spinto il difensore d’ufficio di Malcoci a chiedere al 31enne marocchino se le ferite riportate potessero essere riconducibili a quel duello improvvisato. “Quel giorno mi allenai con un moldavo alto due metri, un vero e proprio armadio”, ha affermato il nordafricano, che comunque non è riuscito a riconoscere nel 48enne né il suo rivale né uno dei 12 che lo avrebbero aggredito perché infastiditi dalle sue preghiere.

L’udienza è stata rinviata a gennaio 2020, quando saranno sentiti gli agenti della penitenziaria di Viterbo che soccorsero il 31enne dopo il pestaggio.

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