Cronache

Sgarbi sbotta: "Ho il cancro e in Aula mi fanno tenere la mascherina"

Vittorio Sgarbi torna a parlare del cancro alla prostata e si sofferma sulle mancate attenzioni ai malati oncologici in momento di pandemia

Sgarbi sbotta: "Ho il cancro e in Aula mi fanno tenere la mascherina"

Vittorio Sgarbi ha iniziato un'altra battaglia pubblica, che l'ha visto rivelare in diretta radiofonica di essere affetto da un cancro. Dopo aver dato la notizia durante La Zanzara, il programma di Radio24, il critico d'arte ha deciso di parlarne liberamente. La scoperta della malattia, infatti, non è recente ma risale a circa due mesi fa, grazie alle analisi sangue, come racconta lo stesso Sgarbi al Corriere della sera: "Ho scoperto di aver già fatto il Covid in maniera asintomatica a dicembre, ma anche di avere un problema alla prostata". Oggi Vittorio Sgarbi vuole diventare la voce di tutti i malati oncologici, secondo lui dimenticati a causa dell'emergenza Covid. E si fa voce anche della battaglia contro l'utilizzo indiscriminato delle mascherine, che per sua stessa ammissione, a soggetti come lui porterebbero più disagi che benefici.

Ma il sindaco di Sutri ci tiene a tranquillizzare sul suo stato di salute: "C'è un ingrossamento, c'è qualcosa che stanno analizzando. Non ho metastasi di nessun tipo e, fortunatamente, la cosa è circoscritta. I medici stanno studiando la situazione". Ora il critico d'arte è impegnato in una terapia farmacologica ma è in procinto di fare un passo avanti nelle cure: "Inizio le terapie nucleari il 12 aprile al Sant' Orsola". In qualità di malato oncologico, Vittorio Sgarbi vuole sfruttare la sua popolarità per accendere i riflettori sulle carenze sanitarie attorno alla cura dei tumori che si verificano da ormai un anno: "Oggi questa mia malattia sembra di serie B, meno importante della mitologia intorno alla pandemia".

E così Sgarbi torna a puntare il dito contro le mascherine, una battaglia che porta avanti da quando è scoppiata l'epidemia e che ora lo vede ancor più deciso a cercare di cambiare le cose: "In aula mi fanno tenere la mascherina, che fa male alla mia malattia e non serve per combattere il Covid, che io non posso più avere perché l'ho già fatto. Un paradosso. L'ho detto a Draghi: se ho avuto una malattia cardiaca, una cancerogena e ho già fatto il Covid perché la mascherina che mi fa male alla respirazione?". Ha anche inviato il certificato medico d'esonero a Roberto Fico ma non ha ancora ricevuto risposte: "Non gliene frega del cancro o di problemi cardiaci, solo del Covid, che è meno letale del cancro ai polmoni per il fumo. In Parlamento siamo di fronte a un paradosso logico: prescrizioni rigidissime per una malattia non letale per più del 90% delle persone che la contraggono, ma se ne hai un'altra, come il cancro o cardiopatie, non frega niente a nessuno".

Vittorio Sgarbi è un fiume in piena durante l'intervista nel rivendicare i suoi diritti: "Io voglio essere libero, anche fuori, riaprire le mostre". E col Corsera, il critico d'arte si lancia in un paragone tra i teatri e il Parlamento, muovendo anche un'accusa ben precisa: "Molti hanno avuto il Covid: Zingaretti, Gelmini, Lotti... E siamo ancora in quest'Aula che sembra un teatro; solo che i teatri e i musei sono chiusi, le mostre sbarrate mentre quest'Aula è aperta e senza sanificatori". Per Vittorio Sgarbi, "l'oncologia, in generale, oggi è vittima del terrorismo mediatico che si fa per la pandemia".

Oggi, il critico d'arte si sente di dover assumere il ruolo di portavoce dei malati oncologici e di tutti quelli che definisce di serie B. Non nega l'importanza delle mascherine in ambito sanitario ma "per altri aspetti è qualcosa che produce uno stato di ansia, depressione e intimidazione e a pagare sono giovani, adolescenti e altri malati".

Nonostante la malattia e le cure, Vittorio Sgarbi ha confermato il suo impegno a correre per le elezioni amministrative: "Resto candidato a sindaco di Roma: la radioterapia dura 40 giorni per 10 minuti al giorno".

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