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"Perché sono morti Viviana e Gioele". Il giudice chiude la vicenda

Il provvedimento con il quale il gip ha accolto la richiesta del Procuratore Angelo Cavallo è lungo quasi 500 pagine

"Perché sono morti Viviana e Gioele". Il giudice chiude la vicenda

Eugenio Aliquò, il Gip del Tribunale di Patti, comune in provincia di Messina, ha archiviato l'inchiesta sulla morte di Viviana Parisi, la deejay di 41 anni, e del figlio Gioele Mondello, di 4 anni, trovati entrambi senza vita nell'agosto 2020 nella boscaglia di Caronia, nel Messinese, dopo che non se ne sapeva più nulla dal 3 agosto. Lo scorso 22 ottobre si era tenuta l'udienza preliminare e la decisione è stata depositata in cancelleria solo oggi. Il provvedimento con il quale il gip ha accolto la richiesta del procuratore Angelo Cavallo è lungo quasi 500 pagine.

Il procuratore: "Viviana era una donna fragile"

Il gip ha respinto la richiesta avanzata dai legali della famiglia delle due vittime di eseguire ulteriori esami sui corpi di Viviana e Gioele ricorrendo a tecniche in 3D. Respinta anche la richiesta di opposizione all'archiviazione da parte dei familiari, che si erano detti contrari alle conclusioni della procura di Patti diretta dal procuratore Angelo Vittorio Cavallo, che per un anno ha indagato su quanto avvenuto. La morte di Viviana e Gioele è ormai un caso chiuso. Cavallo ha commentato così la decisione: "Il gip ha sostanzialmente confermato quanto da noi affermato nella richiesta di archiviazione e in particolare ha sottolineato il quadro complessivo che è emerso: quello di una donna fragile che aveva più volte dato segnali pericolosi sottovalutati dai familiari, in particolare dal marito Daniele Mondello".

Secondo la procura, sulla base di numerose consulenze tecniche, l'ipotesi più accreditabile è che la donna si sia lanciata dal traliccio sotto il quale è stato ritrovato il corpo, dopo aver abbandonato la vettura a seguito di un incidente avvenuto nella galleria dell'autostrada. Il piccolo Gioele, secondo le analisi e gli esami svolti dagli esperti nominati dai magistrati, sarebbe morto per un evento traumatico e non escludono che sia stata proprio la madre a porre fine alla sua vita. Il cadavere della donna venne scoperto una settimana dopo la sua scomparsa, mentre il corpicino di Gioele, o almeno ciò che ne restava, dato che era stato probabilmente mangiato dagli animali selvatici, è stato rinvenuto da alcuni volontari una ventina di giorni dopo, a circa un chilometro in linea d’area dal luogo dove la madre si sarebbe uccisa.

La reazione dei familiari

Come riportato dal Corriere, Carmelo Lavorino, criminologo e consulente di Daniele Mondello, marito di Viviana e padre di Gioele, ha detto: “Siamo molto delusi, dopo aver letto le motivazioni decideremo se ricorrere in Cassazione e fare ulteriori indagini difensive”. Il procuratore di Patti ha invece tenuto a sottolineare che“il gip, nell’archiviare l’inchiesta, ha messo in risalto la fragilità della donna, sottovalutata dai familiari e in particolar modo dal marito”. Secondo i familiari della 41enne infatti, lei e Gioele erano stati vittime di un maniaco o di qualcuno che li avrebbe uccisi perché testimoni oculari di qualcosa che non avrebbero dovuto vedere. Ipotesi scartata dalla Procura di Patti.

Il 3 agosto del 2020 Viviana si era allontanata da casa con il piccolo Gioele dicendo di dover raggiungere Milazzo per acquistare un paio scarpe per il bambino. La donna invece, secondo quanto appurato in un anno di indagini, non sarebbe mai uscita al casello di Milazzo ma avrebbe continuato fino a quando, in una galleria sulla Messina-Palermo, ha avuto un incidente e ha abbandonato l’auto, portando con sé il figlio.

Sembra che Viviana avesse crisi mistiche e fosse paranoica, come avevano asserito i medici dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, pochi mesi prima della scomparsa. Un altro certificato medico parlava addirittura di problemi mentali. Questi documenti sono stati rinvenuti nel cruscotto dell’auto, dove la 41enne li custodiva.

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