Cronache

"Ecco perché Viviana voleva andare alla Piramide della luce..."

L'avvocato Claudio Mondello, legale di Daniele Mondello, ricostruisce quel lunedì mattina: "Viviana voleva andare alla Piramide della Luce''

"Ecco perché Viviana voleva andare alla Piramide della luce..."

Cosa sia accaduto a Viviana Parisi resta ancora un mistero. Né l'autopsia né il breve frammento video del passaggio a Sant'Agata Militello, in cui s'intravede il figlio Gioele a bordo dell'Opel Corsa Grigia, hanno chiarito le dinamiche di quel maledetto lunedì mattina. Ma ora, a distanza di 10 giorni dalla tragedia, spunta un nuovo retroscena: "Voleva alla 'Piramide della Luce', a Moffa d'Affermo", spiega il legale di Daniele Mondello, marito della vittima.

La 'Piramide della Luce'

La 'Piramide al 38º parallelo' è un'opera dell'artista Mauro Staccioli e fa parte della 'Fiumara d'Arte', un museo all'aperto costituito da diverse sculture di artisti contemporanei ubicate lungo gli argini del fiume Tusa. Ogni anno, attorno alla scultura monumentale, si svolge il cosiddetto ''Rito della Luce'', un evento "ideato dalla Fondazione Antonio Presti-Fiumara d’Arte che coinvolge poeti, filosofi, musicisti, danzatori, artisti, gruppi di diverse etnie,associazioni,studenti del territorio e l’intera cittadinanza, con l’obiettivo di illuminare le coscienze di tutti, restituendo alle nuove generazioni messaggi positivi legati ai valori e alla speranza", si legge tra le note della pagina Facebook della Fondazione.

"Viviana cercava la luce''

Ma perché Viviana avrebbe voluto recarsi proprio lì con il figlioletto di 4 anni? Prova a mettere in fila i pochi elementi di cui dispone l'avvocato Mondello, nel tentativo di trovare il bandolo della matassa che, oggi più di prima, avvolge in un intreccio ingarbugliato di mere supposizioni la drammatica vicenda della mamma deejay. "Nei giorni precedenti chiede a Mariella Mondello e Maurizio Mondello dove si trovi questa piramide - scrive il legale in un post su Facebook -Il riaccendersi dei casi di Covid acuisce la paura che qualcosa possa accadere alla propria famiglia; in particolare al proprio figlioletto". Così si arriva alla mattina di quel fatidico lunedì: "Esco a comprare un paio di scarpe per Gioele", dice Viviana al marito. "Si assicura di eludere ogni forma di vigilanza e di avere il piccolo in macchina - chiarisce ancora l'avvocato - Per acquistare le scarpe serve, infatti, la presenza del piccolo: Daniele non ci trova nulla di strano e scende in sala registrazione".

Quella sosta a Sant'Agata Militello

Nella ricostruzione, l'avvocato Mondello non manca di spiegare la sosta che la donna ha effettuato, la mattina del 3 agosto, a Sant'Agata Militello: "Si ferma a fare rifornimento benzina: in paese ci sono 4 distributori". Il racconto non fa una grinza perché è proprio una delle telecamere istallate in prossimità degli erogatori carburante ad aver immortalato il passaggio della donna a bordo della sua vettura assieme al figlioletto Gioele. Assicurato il pieno, la 43enne riprende la marcia verso Moffa d'Affermo, dove si trova la 'Piramide della Luce'. Ma poi ''si rende conto che si è fatto tardi: Daniele potrebbe insospettirsi per la propria assenza'', continua il legale. Qualche minuto più tardi, l'Opel Corsa grigia impatta contro un furgone sulla A20 Messina-Palermo, a circa 25 chilometri dall'ipotetica destinazione. "È da questo momento - scrive Claudio Mondello - che dobbiamo, per un verso, ricostruire la dinamica degli eventi e, per altro, sul piano giuridico individuare (se esistono) responsabilità per azioni od omissioni".

Ipotesi omicidio-suicidio

Cosa accade a Viviana subito dopo l'incidente? Perché scavalca il guard-rail? Secondo l'avvocato Mondello, ci sono due ipotesi verosimili, entrambe plausibili. Circa la prima ricostruzione, il legale suppone che la 43enne si sia allontanata "in preda a profondo turbamento emotivo e tale turbamento esita in omicidio-suicidio". Oppure la seconda possibilità: "Viviana si allontana in preda a profondo turbamento emotivo e tale turbamento esita in un incidente.

È una zona, quella in cui si smarrisce, irta di pericoli sia per la morfologia del terreno che per la fauna autoctona e, dato che nelle vicinanze insistono insediamenti umani, forse anche domestici", conclude l'avvocato. Qual è la verità?

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