Cronache

"Voglio sognare in grande": Parmitano e il desiderio di camminare sulla Luna

Luca Parmitano era presente a Cape Canaveral per il lancio del razzo Artemis 1: ecco sogni e speranze dell'astronauta italiano e quali sono gli obiettivi della missione spaziale

"Voglio sognare in grande": Parmitano e il desiderio di camminare sulla Luna

Anche se il lancio del razzo Artemis 1 è stato rinviato per un problema tecnico, l'attesa per la prima missione dopo 50 anni attorno alla Luna è tanta e non sarà certo il motore di un reattore a mettere i bastoni tra le ruote a un progetto così ambizioso che, nei prossimi anni, riporterà anche l'uomo a camminare sul tanto amato suolo lunare. Il sogno di poter fare la storia è vivo e vegeto anche nel nostro "astroluca", Luca Parmitano, che ieri era presente nella base americana di Cape Canaveral, in Florida.

"L'occasione di una vita"

Il primo italiano ad essere stato al comando della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) ha saputo mantenere l'umiltà che lo ha fatto diventare grande e conserva i sogni di un qualsiasi bambino. L'idea di poter farte di questo progetto "è l'occasione per sognare di essere legato a quel sedile un giorno, di poter sentire l’accelerazione e viaggiare lontanissimo, fino al punto più lontano in cui l’umanità si è spinta fino ad ora", ha dichiarato a Repubblica. Ma quest'occasione comprende anche la possibilità di mettere il piede, fisicamente, sulla Luna? Troppo presto per dirlo: gli accordi tra Esa e Nasa non prevedono (per adesso) questo tipo di missione ma "tutto può cambiare, è tutto da decidere. Quindi la mia risposta è perché no? Se dobbiamo sognare, tanto vale sognare in grande".

L'obiettivo della missione

L'orgoglio della nostra nazione in questo settore ha già avuto il privilegio di conoscere Buzz Aldrin e Eugene Cernan, in pratica il secondo e l’ultimo uomo che hanno camminato sulla Luna. Il nuovo progetto, adesso, servirà a sperimentare e collaudare nuovi sistemi: la capsula Orion dovrà ospitare quattro astronauti per 21 giorni. "Ha un supporto alla vita molto complesso per il filtraggio dell’atmosfera, la pressurizzazione, in modo che possano vivere nel massimo del comfort in spazi ristretti per un periodo lungo. Sistemi che sperimenteremo in questo primo viaggio, con la consapevolezza qualsiasi cosa succederà sarà un momento di apprendimento", spiega Parmitano. Con la nuova missione, l'obiettivo è anche quello di trascorrere molto tempo fuori dal campo magnetico terrestre, "essere esposti a radiazioni cosmiche a livelli diversi dalle missioni Apollo e con precauzioni più spinte, anche grazie alle conoscenze che abbiamo oggi dopo 20 anni a bordo dell'Iss".

Un passo verso Marte

L'obiettivo finale, però, non è certamente soltanto il nostro satellite: il "Pianeta Rosso" è lì a un passo, la tecnologia in campo consentirà di arrivare fin laggiù. "Tutto il processo di sviluppo delle missioni attorno a Luna e sulla superficie è il necessario passaggio intermedio per arrivare molto, molto più lontano", sottolinea l'astronauta a Repubblica. Gli obiettivi finali della missione sono due: il primo riguarda la cooperazione globale tra nazioni come accade sulla Stazione Spaziale Internazionale, il secondo riguarda il contributo che la missione potrà dare a scienza e tecnologia: "Avremo la nostra partecipazione a un progetto così grande e, nello scacchiere politico strategico ed economico spaziale, un posto in prima fila, essere conduttori e non solo passeggeri di questo progetto", aggiunge Parmitano.

Ma cosa succede, invece, nei rapporti con la Russia che ormai da mesi è messa ai margini dall'Occidente per l'invasione in Ucraina? I "semi di speranza", come li ha chiamati il nostro Luca, vengono proprio dallo Spazio e racconta che poche settimane fa la Cristoforetti ha eseguito una "passeggiata spaziale" con il collega russo Oleg Artemyev, un ex militare. "Se pensiamo a ciò che succede sulla Terra, è difficile immaginare una cooperazione più stretta di quando si svolge un’attività extra-veicolare.

Un segnale di speranza al quale aggrapparsi con l’augurio che sia replicabile anche in maniera più profonda e integrata", conclude.

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