Voleva abusare di una giovane in confessionale: arriva la condanna per un prete

La sentenza di condanna è arrivata dalla Corte di Cassazione, confermata la pena degli arresti domiciliari a cinque anni e tre mesi, l'ex arciprete del Duomo di Augusta, approfittando dei suoi poteri concernenti la funzione di ministro del culto, voleva abusare della giovane vittima

Voleva abusare di una giovane in confessionale: arriva la condanna per un prete

Dopo anni di processi e di attese, arriva il giudizio emesso dalla Corte di Cassazione che conferma la commissione degli atti sessuali compiuti dall’ex arciprete, Gaetano Incardona, nell’ambito dello svolgimento delle proprie funzioni, ai danni di una ragazza. Siamo ad Augusta, in provincia di Siracusa e questa è una storia di abusi sessuali commessi all’interno del Duomo della città.

I fatti, almeno quelli accertati, risalgono al 20 febbraio del 2013, quando una ragazza di 21 anni, nel corso della confessione che stava rendendo al parroco in questione è stata destinataria delle invadenti “attenzioni” del prete. Uscita immediatamente dalla chiesa, ancora scossa, la giovane andò subito dai carabinieri per sporgere denuncia e raccontare quanto fosse accaduto pochi minuti prima con il suo confessore. I militari, pur riconoscendo la credibilità della 21enne, le affidarono una piccola telecamera, a scopo probatorio, con l’incarico di ritornare nel pomeriggio di quello stesso giorno dal prete.

L’obiettivo era ovviamente quello di poter registrare il comportamento illecito che, quasi certamente, sarebbe stato nuovamente commesso. E così fu. La giovane, armata di telecamera, ma soprattutto di tanto coraggio, si recò nuovamente dal sacerdote riuscendo a registrare le responsabilità dell’uomo. Il video acquisito fu quindi in grado di confermare le accuse mosse nei confronti del prete. Anche un’altra ragazza aveva trovato il coraggio di raccontare di aver vissuto la stessa esperienza con don Incardona ma, pur essendo ritenuta attendibile, era ormai troppo tardi per la denuncia.

Dunque la Cassazione ha confermato la “responsabilità” dell’ex parroco del Duomo di Augusta ritenendo anche necessaria l’applicazione della circostanza aggravante del compimento delle violenze “abusando dei poteri concernenti la funzione di ministro di culto". Per il prete la condanna ammonta in totale a cinque anni e tre mesi di reclusione. Stessa pena era stata inflitta dai giudici del tribunale di Siracusa che si sono pronunciati nel 2015 e, uguale conclusione, era stata quella proveniente dalla corte d’appello di Catania nel 2018.

A favore del sacerdote, attualmente, la Cassazione, ha aperto però la possibilità di poter ottenere lo sconto della pena nell'appello bis dove, se verrà riconosciuta la “contenuta invasività degli atti”, come chiede la difesa di Incardona, si potrebbe abbassare la soglia della condanna.

Attualmente, l’ex arciprete di Augusta sta scontando la pena dell’arresto ai domiciliari in virtù della sua avanzata età. Una misura adottata sin dall’inizio. La decisione emessa dalla terza sezione penale della Cassazione è arrivata lo scorso mese di ottobre, mentre le motivazioni della sentenza sono state depositate adesso.

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