"Volevi essere Re": il dolore di Cruciani per Mauro da Mantova

Il conduttore della Zanzara ha salutato su Instagram uno dei personaggi più celebri del suo programma: "Ho ricevuto un colpo al cuore"

"Volevi essere Re": il dolore di Cruciani per Mauro da Mantova

"Mauro non c'è più". Così esordisce sulla proprio pagina Instagram Giuseppe Cruciani, ideatore e conduttore della "Zanzara" su Radio 24, firmando il ricordo di uno dei personaggi più celebri e controversi del suo programma radiofonico. Mauro da Mantova, al secolo Maurizio Buratti, 61enne di Curtatone, è morto ieri sera nell'ospedale dove era stato ricoverato per Covid. A convicerlo a rivolgersi ai medici era stato proprio Cruciani, preoccupato per le condizioni di salute del carrozziere che andavano via via aggravandosi.

Ma era già troppo tardi: "Ho sperato, abbiamo sperato, che la sua pellaccia ancora una volta potesse vincere su tutto. Niente. Era una testa dura, e quella maledetta settimana è stata forse fatale", scrive Cruciani. Buratti era un convinto No-Vax e da sempre negava che la pandemia fosse reale: "Aveva deciso di campare in un certo modo, nessuno lo avrebbe fermato e la nostra grande comunità gli voleva bene nonostante le sue storture, le sue teorie, i suoi umori". Per questo, si era più volte scontrato con la spalla di Cruciani, David Parenzo. Zuffe che a volte erano sfociate in vere proprie piogge d'insulti, che avevano dato origine perfino a una querelle giudiziaria poi finita nel nulla. "Ti abbiamo preso in giro, ci hai insultato, ce ne siamo dette di tutti i colori fino alle soglie di un tribunale, ma ci siamo divertiti come mai nella vita. E oggi ho ricevuto un colpo al cuore". Perchè Buratti era ormai una delle colonne portanti della Zanzara. Il suo primo intervento risale al 2010. Poi le chiamate si erano fatte via via più frequenti, e Mauro da Mantova si era trasformato in un vero e proprio personaggio pronto a dire senza freni la propria opinione sui più svariati argomenti.

Proprio ai microfoni di Radio24, Buratti aveva rivelato - vantandosene - di essere entrato in un supermercato del mantovano mentre era febbricitante, per di più senza indossare la mascherina. Neppure di fronte alla polmonite bilaterale che gli era stata diagnosticata aveva rinunciato alle proprie posizioni. Tanto che, piuttosto che a Mantova, si era fatto ricoverare nel nosocomio di Borgo Trento (Verona), perché nella città virgiliana - sosteneva - "i medici sono tutti comunisti". Ma era troppo tardi. Dopo tre settimane in terapia intensiva, Buratti è spirato ieri.

"Oggi ho ricevuto un colpo al cuore - chiosa Cruciani - Prevale il vuoto, nell’anima, e penso a quello schermo in radio dove non ci sarà più scritto: Mauro da Mantova, vuole intervenire. Ciao Maurone, ovunque tu sia".

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