Roma - Allarme rosso per l'economia illegale e sommersa cinese. Il fenomeno dell'abusivismo e della pirateria commerciale, visibile a tutti ma quasi rimosso dalla gerarchia delle emergenze, viene messo sotto i riflettori dal responsabile economico di «Noi con Salvini», Armando Siri. La sua denuncia è circostanziata: «Secondo dati ufficiali dell'Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza in Italia entra merce che non soggiace al pagamento dei dazi e dell'Iva per un controvalore di 180 miliardi. I mancati introiti fiscali si aggirano sui 40 miliardi l'anno. Stiamo parlando di un fenomeno dalle dimensioni mostruose. In pratica si tratta di merce non fatturata, merce che per lo Stato non esiste».
Il fenomeno, già straripante, di questa economia fantasma sta ulteriormente salendo di livello. «È una vera organizzazione parallela di distribuzione quella impiantata in Italia che si contrappone al piccolo commerciante e lo soffoca» continua Siri. «Di anno in anno si rafforzano le organizzazioni che gestiscono la vendita di merce abusiva attraverso i vu cumprà e gli ombrellari pachistani. Lo Stato chiede il rispetto delle regole solo ai soliti noti da cui sa che può prendere con le buone o con le cattive e chiude gli occhi davanti all'evidenza. Questo comportamento si riflette anche sulla nostra percezione di questa illegalità evidente e dimenticata. Se un commerciante italiano ci vende qualcosa senza scontrino ci facciamo caso. Se usciamo per strada troviamo decine di stranieri di varia provenienza che vendono gli stessi prodotti e neppure riflettiamo sull'irregolarità e le violazioni di legge. Le centrali di smercio si moltiplicano e l'Italia rischia di trasformarsi in una sorta di zona franca continentale, in un Paese colabrodo. Provate ad andare in una grande città della Gran Bretagna e vedete cosa succede se vi mettete a vendere senza permesso in strada».
La reazione dei commercianti e degli artigiani italiani di fronte a questa invasione di merce contraffatta appare sempre più blanda. «Il problema è che non credono più a niente, non credono nello Stato, dicono: ci esponiamo, ma per cosa? Il governo va sempre più contro il ceto medio, contro gli interessi dei suoi assistiti che si sentono abbandonati. Con Renato Brunetta stiamo lavorando a proposte concrete per combattere questa piaga che non può più essere tollerata. Il centrodestra deve tornare al governo e agire».
L'abbandono del ceto medio da parte del governo produce anche altre conseguenze. «Sempre più italiani fanno fatica a pagare le tasse. Basta guardare al differenziale tra quanto è riportato nelle dichiarazioni dei redditi e quanto viene effettivamente pagato. Stiamo parlando di 25 miliardi. Questo significa che il ceto medio è davvero a pezzi». Non è un caso che la serrata proposta dalla Lega arriverà proprio nei giorni caldi del mese di novembre, quando per contribuenti e aziende arriverà il momento di pagare il secondo acconto Irpef. «Ho continui contatti con contribuenti sfiduciati, semplici cittadini, ma anche tante aziende in enorme difficoltà di fronte alla prospettiva del versamento di novembre.
Il governo ha aumentato le entrate tributarie soltanto grazie al surplus fatto con la vendita delle quote della Banca d'Italia. In realtà i versamenti ordinari sono in grande difficoltà e se non riparte la crescita il problema andrà aumentando».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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