Cronache

Yara, Bossetti trasferito "Così potrà lavorare"

Massimo Bossetti è stato trasferito dal carcere di Bergamo a quello di Bollate dove, come riferiscono i suoi legali, potrà svolgere attività lavorative

Yara, Bossetti trasferito "Così potrà lavorare"

Massimo Bossetti sarà trasferito dal carcere di Bergamo al carcere di Bollate. Il muratore di Mapello questa mattina ha lasciato il carcere bergamasco per essere trasferito in una cella di Bollate. L'assassino di Yara attraverso una istanza dei suoi avvocati aveva chiesto il trasferimento per poter tornare a lavorare malgrado lo stato di detenzione. A quanto pare la sua richiesta è stata accettata. Da tempo il muratore di Mapello aveva chiesto di poter avere la possibilità di poter lavorare durante il suo periodo di detenzione. Bossetti dovrà scontare l'ergastolo e dunque ha chiesto di poter intraprendere una attività lavorativa all'interno della struttura carceraria. Bossetti dunque molto probabilmente verrà inserito in un progetto che cerca di coniugare la permanenza in carcere con quella professionale.

Circa due mesi fa il legale di Bossetti aveva affermato di avere acquisito nuovi elementi per richiedere una revisione del processo. Sempre il legale di Bossetti, Claudio salvagni, qualche giorno fa a "Iceberg Lombardia" su Telelombardia ha letto una lettera scritta dal murator edi Mapello per la madre: "Un giorno ti raggiungerò – prosegue il carpentiere di Mapello – per riprendere insieme a papà ancora uniti la nostra strada nella vita eterna. Coraggiosa e battagliera come solo tu sapevi essere, nonostante le tue problematiche di salute, il progredirsi del male, hai affrontato la malattia con un’immensa forza. La stessa forza che tu e papà, “I miei angeli”, dall’alto dei cieli mi date ogni giorno per combattere, resistere e riuscire a superare la vostra mancanza. Grazie per l’amore, la gioia e la speranza che continuamente mi davi". Dopo aver letto la lettera, Salvagni ha parlato di nuovi percorsi investigativi da parte della dufesa che potrebbero portare ad una revisione del processo: "Sì, lo confermo, esistono tre precise piste molto interessanti che stiamo cercando di approfondire. Il percorso è lungo prima di arrivare a una revisione del processo, ma il nostro lavoro non si ferma. Le nostre indagini difensive si sono spinte anche oltralpe, all’estero: si tratta di una pista delicata che riguarda un persona che la sera del delitto si trovava a Brembate, ma che vive all’estero.

Al momento non posso dirvi perché questa pista è interessante, lasciateci lavorare".

Commenti