Yara, la corte dà ragione ai pm "Niente nuove perizie sul Dna"

Per i giudici la perizia non sarebbe decisiva. Si accelerano i tempi: una sentenza dovrebbe arrivare a metà giugno

Yara, la corte dà ragione ai pm "Niente nuove perizie sul Dna"

Alla fine i giudici della Corte d’Assise di Bergamo hanno dato ragione alla procura e accelerato di fatto il processo a Massimo Bossetti, muratore di Mapello unico imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio.

È stata infatti respinta la richiesta di perizia sul Dna chiesta dalla difesa perché, secondo i giudici, "non è decisivo ogni ulteriore accertamento" sul punto nell’ambito del dibattimento. È invece stato ritenuto "superfluo" l’accertamento chiesto dalla difesa sulle telecamere che avrebbero ripreso il furgone di Bossetti il giorno della scomparsa di Yara. Acquisite agli atti, come richiesto dalla difesa, tutte le lettere scabrose che si sono scambiati Bossetti e una detenuta del carcere di Bergamo. Alcune delle lettere contengono dei passaggi giudicati dall’accusa scabrosi e con riferimenti alle ricerche a sfondo pornografico contenute nei computer sequestrati all’imputato.

Il no alle perizie, di fatto, chiude la fase dibattimentale del processo e accelera i tempi.

A questo punto presumibilmente nella requisitoria prevista per il 13 maggio il pm Letizia Ruggeri chiederà l'ergastolo per Bossetti. Poi toccherà a parte civile e difensori in un calendario che si conclude il 10 giugno. Solo dopo quella la corte si ritirerà in consiglio per emettere la sentenza.

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