Secondo i legali che assistono Massimo Bossetti a uccidere Yara Gambirasio non sarebbe stata una sola persona. Nel numero in edicola domani il settimanale Oggi rivela alcune ipotesi formulate dagli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagn e dal criminologo Ezio Denti. La ragazza sarebbe stata aggredita con tre tipi di coltelli (un cutter, un coltello a serramanico e uno con la punta a scalpello) e, prima di morire, potrebbe aver avuto le braccia legate con filo di ferro (lo farebbero pensare le due ferite cutanee nella parte interna dei polsi, troppo regolari, troppo precise per profondità e lunghezza).
Il settimanale analizza alcuni interrogativi ancora aperti sulla morte di Yara, a partire dalla posizione del corpo (innaturale, per i difensori, se si pensa a un decesso per ipotermia) e dalla conformazione dei tagli che non hanno interessato reggiseno, giubbotto e leggings, fino ai dubbi sul Dna. Gli avvocati, infatti, chiedono: "L’Istituto di Medicina legale di Pavia è lo stesso che dal luglio 2012 aveva in consegna il profilo genetico di Esther Arzuffi, la madre di Bossetti. Come mai si è arrivati all’attuale indagato solo due anni dopo? E dopo aver prelevato 26 mila profili genetici? Con quale Dna era stato raffrontato? Se l’Istituto di Pavia ha 538em;">sbagliato con i capelli e i peli, può aver commesso un errore anche con il Dna? Ecco perché chiederemo che l’esame venga ripetuto durante un incidente probatorio".
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