Ester Arzuffi, madre di Massimo Giuseppe Bossetti, non riesce a credere alla colpevolezza del figlio. Ma non riesce a credere nemmeno al test del dna: Massimo e sua sorella gemella non sono figli di Giuseppe Guerinoni, con il quale non avrebbe mai avuto nessuna relazione.
La scienza ha sbagliato, insomma. "Ne sono la prova", ha detto in un'intervista al Corriere della Sera, "Per gli investigatori è così, per me no, al cento per cento. Non sono mai stata con Guerinoni. A meno che il mio cervello non abbia resettato tutto, questa è la verità". Poi spiega: "Sì, vivevo a Ponte Selva come lui (Guerinoni, ndr), ma era solo una conoscenza. Mio marito voleva cambiare lavoro, quindi ci siamo messi in macchina e siamo andati alla ricerca di un altro posto. L’abbiamo trovato alla Filco di Brembate Sopra. Ci siamo trasferiti nel 1969, sarà stato marzo o aprile, e loro (i gemelli, ndr) sono nati a ottobre del 1970, per altro con un mese di anticipo. Mi dice come possono essere figli di Guerinoni?". In ogni caso, suo figlio non può essere l'assassino di Yara Gambirasio: "Con il carattere che ho, se lo avessi visto lì fisso a guardare i servizi sulla bambina e avessi dubitato di lui, gli avrei detto: Vai dai carabinieri. Lo avrei trascinato".
Dalla procura, però, difendono l'operato degli inquirenti. "Risultati insperati e insperabili, si era partiti totalmente dal nulla", ha detto il procuratore di Bergamo, Francesco Dettori, definendo "aride e stupide" le polemiche sui milioni di euro spesi: "Per trovare la verità sul caso di una ragazza di 13 anni non si bada a spese", ha detto il magistrato in conferenza stampa. Per quanto riguarda le indagini, Dettori sottolinea: "Non ci sono state contraddizioni nel percorso investigativo basato su una linea operativa strettamente scientifica, dall’individuazione della madre del presunto autore fino all’individuazione della persona che conoscete. È stata un’indagine faticosissima, ma ogni giorno qualche tassello andava a completare il puzzle".
E l'ultimo elemento che ha permesso di completare il quadro è stato proprio il ritrovamento del Dna del probabile assassino. "È stato di un grande aiuto, come è noto i cadaveri danno informazioni e sapere che sugli slip è stato localizzato questo Dna. A questo punto il Dna è stato il faro alla luce del quale proseguire le indagini". "Dopo aver riesumato il cadavere di Guerinoni, non abbiamo avuto più nessun dubbio sul fatto che fosse il padre del soggetto che stavamo cercando", ha aggiunto il pm Letizia Ruggeri, "Il gip pur non avendo convalidato il fermo, per ragioni formali, ha confermato l’impianto e disposto la custodia cautelare per gravi indizi di colpevolezza".
Nessun dubbio, insomma, che "Ignoto 1" sia Massimo Bossetti: il test del dna è stato ripetuto in più laboratori e gli investigatori sono certi "al 99,99% che Guerinoni sia il padre".
Sulle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi secondo le quali Bossetti e Fulvio Gambirasio avevano lavorato insieme, la Ruggeri ha spiegato che il primo "faceva l'artigiano edile e
lavorava in un cantiere a Palazzago: si sono visti forse una volta in un cantiere in cui stava lavorando, ma non si conoscevano". "Il fratellino ha raccontato che Yara era infastidita da un uomo che la guardava in chiesa", aggiunge poi il pm.
Intanto a casa Bossetti sono arrivati i Ris di Parma. Gli uomini del reparto investigazioni scientifiche, per la prima volta sul luogo, sono stati accompagnati dal maresciallo Marco Abrate, comandante della stazione dei carabinieri di Ponte San Pietro e dai suoi uomini che hanno bloccato entrambi gli ingressi alla due stradine del paese che portano alla villetta.
"In questi giorni dobbiamo pensare solo a pregare per la famiglia Bossetti, perché stanno soffrendo più di noi", avrebbe detto Fulvio Gambirasio, padre di Yara, a don Corinno, parrocco di Brembate da sempre vicino alla famiglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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