Arriva a una svolta il processo a Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. Oggi i giudici della corte d'Assise di Bergamo decidono infatti se autorizzare una nuova perizia sul Dna trovato sui leggins e gli slip della ragazzina.
Si tratta di un dettaglio importante, quello su cui regge l'intera ipotesi accusatoria, mentre secondo la difesa non apparterrebbe a Bossetti. In aula il pm Letizia Ruggeri si è opposta a una nuova perizia sostenendo che non c'è nessun dubbio che quella traccia, classificata come 31G20 e attribuita a Ignoto 1 corrisponda a Bossetti, mentre per i legali dell'imputato c'è una palese incongruenza: il Dna mitocondriale (che identifica la linea di ascendenza materna) non corrisponde a quello dell'imputato. L'assenza del Dna mitocondriale invalida la prova e anche il Dna nucleare - nella traccia mista del Dna di Yara e di Ignoto 1 trovata sugli indumenti della vittima - presenta "numerosi problemi".
A sciogliere i dubbi e a decidere se si chiuderà oggi la fase dibattimentale sarà la corte presieduta dal giudice Antonella Bertoja. A quel punto il processo avrebbe un accelerazione, con la richiesta di condanna e una sentenza che arriverebbe entro l'estate. Una perizia sul Dna, invece, allungherebbe i tempo, ma soprattutto getterebbe un'ombra preoccupante sull'intero impianto accusatorio.
Intanto la difesa ha chiesto che vengano messi agli atti tutte le lettere "scabrose" scambiate tra Bossetti e un'altra detenuta nel carcere di Bergamo, tale Gina, alla quale il muratore avrebbe confidato diversi dettagli sulle sue preferenze sessuali (e in particolare sulla depilazione totale della partner) "Queste lettere vanno contestualizzate e si tratta di lettere sintomo di una situazione affettiva compromessa, tanto che in paese più civili del nostro, sono allo studio dei provvedimenti proprio sull’affettività in carcere, ha detto l’avvocato Paolo Camporini, "Si tratta di corrispondenza tra adulti e che non contiene riferimenti alle ricerche nei computer, come sostenuto dall’accusa.
Se serve per delineare la personalità dell’imputato in quelle lettere vi è una ripetuta proclamazione di innocenza e di fiducia nei giudici. Vi sono anche parole riguardanti la vittima che, se non sincere, non avrebbero senso, dal momento che Bossetti stava intrattenendo una corrispondenza con una persona che non aveva mai conosciuto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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