Yara, la spiegazione di Bossetti: "Il mio Dna? Perdo sangue dal naso"

Ecco la difesa del muratore: "Mi hanno rubato degli attrezzi da lavoro"

Yara, la spiegazione di Bossetti: "Il mio Dna? Perdo sangue dal naso"

Il dna di Massimo Giuseppe Bossetti su Yara? Colpa di una ferita o della frequenti epistassi (perdita di sangue dal naso) di cui soffre. Sarebbe questo l'elemento scagionante secondo la difesa, che non smentisce la ricostruzione.

Poco prima della scomparsa della ragazzina, infatti, a Bossetti - che in quel periodo lavorava nel cantiere di Palazzago - sarebbero stati rubati una livella elettronica, un distanziatore, una bindella e due scalpelli, di cui uno a punta acuminata, con cui potrebbe essere stata uccisa Yara. Una tesi comunque difficilmente dimostrabile, anche perché la chiusura di quel cantiere risale a quasi tre anni fa, con il termine della costruzione di tre villette.

Nel frattempo gli inquirenti proseguono il loro lavoro. Dopo aver passato al setaccio i computer del muratore alla ricerca di collegamenti con il delitto o altri dettagli finora segreti sulla sua vita, oggi pomeriggio i Ris di Parma inizieranno gli esami sull’auto, una Volvo grigia familiare, e sul furgone Iveco dell'uomo. I due mezzi saranno analizzati con il luminol alla ricerca di tracce biologiche, come saliva, sangue o frammenti di pelle, riconducibili alla presenza di Yara sui mezzi.

Secondo i testimoni, inoltre, Bossetti sarebbe stato almeno dieci volte nella palestra dove si allenava Yara prima del delitto, come dimostrerebbero - secondo Repubblica - i tabulati telefonici.

Dieci sopralluoghi compiuti tra settembre e metà novembre 2010 "a ridosso" del cento sportivo di Brembate e sempre nelle ore in cui la ragazzina entra o esce dagli allenamenti. L'ipotesi è che l'uomo si fosse invaghito della 13enne e che avesse cercato di instaurare con lei un rapporto di "non diffidenza", che spiegherebbe anche l'allontanamento di Yara dal tragitto palestra-casa.

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