Cronache

"Zan-Scalfarotto", i pro life accusano: "La repressione è cominciata"

Le associazioni pro life segnalano casi in cui è stato impedito di manifestare contro la "Zan-Scalfarotto". La ribellione dei cattolici contro la maggioranza giallorossa

"Zan-Scalfarotto", i pro life accusano: "La repressione è cominciata"

La base cattolica sta manifestando con ferma contrarietà nei confronti della cosiddetta "Zan-Scalfarotto", ma non sempre le piazze vengono concesse dalle autorità. Questa è l'accusa di fondo che proviene in queste ore dagli ambienti pro life. Un'associazione segnala almeno qualche caso in cui opporsi pubblicamente al provvedimento in discussione - quello promosso dalla maggioranza giallorossa - non sarebbe stato possibile. La vicenda, però, non riguarda questa o quella sigla.

Tutto è iniziato alcuni anni fa, con l'approvazione della Cirinnà, la legge che ha regolamentato le unioni civili. Da allora il mondo pro life e pro family non ha mai smesso di denunciare la sussistenza di un "pendio scivoloso" in materia bioetica. Erano i tempi del governo Renzi. Poi sono arrivati altri esecutivi, ma la linea di fondo non è più cambiata: la "piattaforma Cirinnà" è uno dei trait d'union del MoVimento 5 Stelle, del Partito Democratico e di Italia Viva, che su questi aspetti non hanno problemi ad essere in sintonia. "Ce ne ricorderemo", gridavano e continuano a gridare agli esponenti politici di centrosinistra le persone che partecipano alle iniziative. L'avvisaglia punta alle urne che, per parte cattolica, hanno spesso premiato i partiti di centrodestra.

Per i cattolici trattasi del resto di un vero e proprio "attacco alla famiglia". Un disegno scientifico, che i progressisti starebbero portando avanti, peraltro in una fase in cui gli accenti potrebbero essere posti su altro, come la ripesa economica. L'ultima disposizione di questo filotto - la "Zan-Scalfarotto", appunto - viene etichettata da molti come "liberticidia". Sarebbe l'ultimo anello di una catena già innescata. La preoccupazione è che alcune frasi non potranno essere più pronunciate. E si teme pure che persino gli ambienti ecclesiastici non abbiano più la facoltà di citare alcuni passi biblici. "Omofobia" è il nemico individuato dai giallorossi. Quello che va combattuto. Per la "base cattolica" - facciamola breve - esistono già fattispecie in grado di tutelare le persone che vengono ingiustamente colpite, ingiuriate o altro a causa del loro orientamento sessuale.

Dalle preghiere contro il ddl, alla mobilitazione "Restiamo Liberi": l'estate del 2020 per la base cattolica è sinonimo d'impegno in favore della libertà d'espressione. La ratio della protesta, che coinvolge buona parte dei fedeli, è questa: una nuova legge contro i reati di omotransfobia non è necessaria, perché per i reati d'odio esistono già le norme del codice penale. Dunque, la "Zan-Scalfarotto" nasconderebbe in realtà un altro intento: quello di permeare il terreno culturale e giuridico del Belpaese, imponendo una visione del mondo che non prevede la possibilità di critiche nei confronti delle cosidette "istanze Lgbt".

Le contromanifestazioni e i tentativi di "boicottaggio"

Forti anche della presa di posizione dell'episcopato italiano, che questa volta ha tuonato sul punto, la base cattolica ha deciso per una mobilitazione generale contro la "Zan-Scalfarotto". Possibile che qualcuno non sia d'accordo con l'espressione di un diritto, quello di manifestare in piazza? Toni Brandi e Jacopo Coghe, i due vertici di Pro Vita e Famiglia, hanno dichiarato che "la repressione è già cominciata. Il diritto alla protesta e all’indignazione è privilegio dei soli LGBT. Le nostre piazze, veglie, iniziative sono già oggetto di boicottaggio, aggressioni, autorizzazioni negate sulla base non delle regole né in osservanza del diritto all’opinione e di espressione, ma sulla base di false ragioni, richieste assurde a carico nostro e supposizioni".

Salorno, provincia di Bolzano: stando a quanto raccontato da Brandi e Coghe " dopo la richiesta regolare da parte degli organizzatori locali, il Comune non ha risposto e successivamente il Sindaco ha negato la piazza a causa di non meglio identificati problemi di ordine pubblico per bloccare di fatto l’iniziativa che è diventata, poi, una veglia spontanea fatta da cittadini indignati dal dietrofront immotivato”. La manifestazione non è stata autorizzata, ma la base non ha mollato di un centimetro. Anche così, per i cattolici, si combatte la "buona battaglia".

Qualcosa di diverso sembra essere accaduto ad Andria, dove gli esponenti di Pro Vita e Famiglia hanno narrato di essere stati insultati "con tanto di ingiurie e bestemmie, durante la nostra veglia pacifica". E non è finita qui. Anche in una cittadina calabrese - dichiara il duo - "è stato chiesto di allegare e portare altri documenti in relazione alla capienza e la planimetria della piazza con una relazione dell’Ufficio tecnico del Comune con locandina e dettagli sull’evento, costringendo gli organizzatori locali a rimandare l’iniziativa". Pro Vita e Famiglia segnala insomma la persistenza di una sorta di boicottaggio. Le immagini del filmato raccontano effettivamente di una protesta in piena regola, condita anche da cori di bestemmie. Un picchetto - quello organizzato da persone evidentemente favorevoli alla "Zan-Scalfarotto", che ha costretto la base pro life a dire la sua tra urla e schiamazzi.

La persona cui era stato assegnato il discorso sulle motivazioni per cui bisognerebbe opporsi alla "Zan-Scalfarotto" ha comunque continuato a parlare, nonostante i toni aspri provenienti dall'altro della barricata.

Non è difficile immaginare come, per via del clima polarizzato presente in Italia, episodi di questo tipo possano ripetersi nel corso dei prossimi giorni.

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