La svolta sulla lotta al Covid? "Clinicamente non esiste più"

Il primario del San Raffaele ha elogiato Milano per come ha saputo reagire. Possibile che il virus sparisca per sempre

La svolta sulla lotta al Covid? "Clinicamente non esiste più"

Alberto Zangrillo, primario e direttore di Terapia Intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano, durante il suo intervento al programma di Raitre “Mezz’ora in più”, ha affermato che “il virus clinicamente non esiste più”.

Il virus non esiste più

Ha infatti spiegato come dal punto di vista clinico il virus non esista più. A dirlo, come sottolinea Zangrillo è “l'università Vita e Salute del San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo direttore dell'Istituto di virologia, professor Clementi, lo dice insieme alla Emory University di Atlanta, il professor Silvestri: i tamponi eseguiti negli ultimi dieci giorni hanno risultati con una carica virale dal punto di vista quantitativo infinitesimale rispetto ai tamponi eseguiti sui pazienti un mese fa".

Zangrillo ha parlato senza dimenticare tutti coloro che sono morti e le famiglie che hanno pianto i loro cari. Ha però ribadito che adesso “non si può continuare a portare l'attenzione in modo ridicolo come sta facendo la Grecia sulla base di un terreno di ridicolaggine, che è quello che abbiamo impostato a livello di comitato scientifico nazionale e non solo, dando la parola non ai clinici e non ai virologi veri. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Ci metto la firma". L’ospite di Lucia Annunziata ha inoltre sottolineato che da tre mesi vi sono numeri con evidenza zero. Il ritorno alla vita normale sarebbe quindi più vicino di quanto possiamo pensare. Addirittura Zangrillo crede sia possibile che il Covid scompaia per sempre, come era avvenuto per la Sars e la Mers.

Chi terrorizza il Paese deve prendersene la responsabilità

Ha poi aggiunto che qualcuno dovrà prima o poi prendersi la responsabilità di continuare a terrorizzare gli italiani, dal momento che i pronto soccorso e i reparti di terapia intensiva sono vuoti. Il primario ha infine parlato di Milano elogiando il capoluogo, che ha saputo reagire in modo straordinario e sottolineando che tutti parlano della città meneghina e della Lombardia, mentre in realtà ci sono state zone precise dove si è verificata una grande concentrazione di casi. A Milano praticamente il coronavirus non si è diffuso. Situazione difficile sia perché il virus era molto contagioso, sia per il fatto che la Lombardia, per molte ragioni, era esposta più di altre realtà.

Zangrillo ha anche parlato della situazione odierna, ripercorrendo quanto avvenuto negli ultimi tre mesi:"Sono tre mesi che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero. Siamo passati da Borrelli a Brusaferro e tutti questi cos'è che hanno portato? A bloccare l'Italia, mentre noi lavoravamo. Adesso noi che abbiamo visto il dramma chiediamo di poter ripartire velocemente, perché vogliamo curare le persone che altrimenti non riusciamo a curare. Non ce ne frega del campionato o delle vacanze ma dobbiamo tornare a un Paese normale. Ci sono tutte le evidenze affinché, da oggi, questo Paese possa tornare ad avere una vita normale".

Presente in trasmissione anche il ministro della salute, Roberto Speranza, che ha chiesto alla popolazione di continuare a mantenere le norme per evitare nuovi focolai e il ritorno a una fase di emergenza. Le regole fondamentali da seguire anche nelle prossime settimane sono il distanziamento, l’utilizzo della mascherina e l’evitare assembramenti.

La replica di Franco Locatelli

"Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo con frasi quali il 'virus clinicamente non esiste più' e che 'terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità'. Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus". Lo sottolinea Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico-scientifico. "Aver incrementato di molto i posti di terapia intensiva - aggiunge - è un merito enorme del sistema sanitario nazionale, poichè ha permesso di offrire una risposta clinica a tanti malati che altrimenti non avrebbero potuto essere adeguatamente curati".

E ancora: "Dovremmo tutti rallegrarci che le misure di lockdown abbiano prodotto gli effetti sperati contenendo la diffusione epidemica con risparmio di tante vite umane e questo risultato inconfutabile deve spingere a continuare sul percorso della responsabilità dei comportamenti individuali da non disincentivare attraverso dichiarazioni pericolose che dimenticano il dramma vissuto in questo Paese. E' altrettanto chiaro, anche a occhi non esperti, che la gestione clinica dei malati è certamente oggi facilitata dal minor numero di casi rispetto a quelli osservati nei giorni di picco e da quanto si è imparato in questi mesi. Questi sono i fatti concreti, il resto opinioni personali".

Scoppia la polemica

Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico-scientifico, ha parlato di messaggi fuorvianti, che non invitano alla prudenza. Richeldi ha spiegato che "è indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va scordato che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese". Ha inoltre ricordato che la circolazione virale è un processo dinamico.

D'accordo con Richeldi anche la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa: "È un messaggio sbagliato. In attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus, della cui attendibilità saremmo tutti felici, invito invece chi ne fosse certo a non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi dal punto di vista della salute". Concorde anche il ministro Speranza che ha ribadito che non si può ancora cantare vittoria, e che le prossime settimane non hanno un esito scontato. Determinante sarà il comportamento corretto della popolazione.

Sileri invita alla prudenza ma giustifica le parole di Zangrillo

Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ospite a Non è l'Arena su La 7, ha invitato tutti alla prudenza e a seguire ancora le norme di igiene, sicurezza e distanziamento. Allo stesso tempo ha giustificato le parole di Zangrillo: "Il professor Zangrillo ha riportato l'esperienza di un clinico che ha detto in terapia intensiva non vengono più malati gravi. Se sento Bassetti e altri colleghi dicono la stessa cosa, quindi qualcosa è accaduto. Noi abbiamo lavorato in tre mesi prendendo il numero dei morti e il numero dei posti in terapia intensiva come parametro. Zangrillo ha detto che chi è sul campo non vede più malati gravi in terapia intensiva e un impegno non più così massivo". Ha poi aggiunto che il nemico sembra meno aggressivo ma serve tempo per vedere dei risultati certi.

La replica di Zangrillo alle accuse

Il professor Zangrillo ha risposto alla polemica suscitata dalle sue parole: "Mi viene chiesto di non fuorviare gli italiani? Sono d'accordo, il nostro dovere è proprio non fuorviarli, per questo ho detto, e confermo, che il virus clinicamente non esiste più. Gli italiani meritano di sapere la verità, e cioè che l'evidenza clinica ci dice questo".

Ha infine sottolineato che le norme di sicurezza vanno ancora rispettate perchè il virus è ancora tra noi, come altri virus, ma allo stesso tempo è giusto informare i cittadini riguardo l'evidenza clinica attuale sul virus.

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