Coronavirus

Zuckerberg: "Se il virus si espande, i nostri server non reggeranno"

In Italia il traffico è più che raddoppiato. Nel mirino le app di messaggistica come Messenger e WhatsApp. Le infrastrutture potrebbero andare in tilt

Zuckerberg: "Se il virus si espande, i nostri server non reggeranno"

Miliardi e miliardi di byte al secondo. Il traffico notevole di dati potrebbe far fondere i server di Mark Zuckerberg. Il coronavirus preoccupa anche la Silicon Valley. A lanciare l’allarme è stato proprio il numero uno di Menlo Park. Ha espresso apprensione in merito alle possibili conseguenze del Covid-19 sulla rete. Mark, come esempio principale di ciò che sta accadendo, ha citato proprio il caso dell’Italia, che insieme agli altri Paesi maggiormente colpiti dall’epidemia sta facendo registrare volumi di utilizzo mai visti in precedenza su Messenger e WhatsApp.

Il problema, nello specifico, non sta tanto nei messaggi di testo quanto nelle chiamate vocali e, soprattutto, nelle videochiamate. Funzioni che richiedono più dati. Più pesanti da gestire. In questo senso, Zuckerberg ha spiegato come il traffico degli ultimi giorni sia più che raddoppiato rispetto al normale.

Si sarebbe attestato ben oltre il picco massimo annuale della notte di capodanno. Bei tempi quelli. Quelli che precedevano la catastrofe cinese. Ma andiamo avanti. Se simili incrementi dovessero verificarsi anche in altri Paesi, il rischio che i server vadano completamente in tilt potrebbe rivelarsi più concreto del previsto. Lo scrive il Corriere della Sera. "Per il momento - ha dichiarato Mark - non ci troviamo ancora di fronte a una massiccia epidemia nella maggior parte dei Paesi del mondo. Ma se ciò accadrà, allora dovremo davvero assicurarci di esserne all’altezza dal punto di vista delle infrastrutture".

La sfida al virus è dunque lanciata. Informatici e tecnici sono al lavoro. È l’altro volto della battaglia. Combattuta questa volta sulle retrovie per garantire la massima efficienza delle strumentazioni. Gli incrementi erano certo preventivabili, ma a giudicare dalle parole utilizzate da Zuckerberg forse non fino a questi livelli. L’obiettivo è scongiurare brutte sorprese a danno di miliardi di utenti. A fronteggiare la repentina crescita dei volumi italiani sono stati anche altri player di primo piano.

Tra questi Tim, che, secondo quanto dichiarato la scorsa settimana dall’amministratore delegato, Luigi Gubitosi, negli ultimi tempi ha registrato un aumento di oltre il 70% del traffico internet sulla rete fissa, con un grande contributo derivante dai giochi online. Milioni di studenti a riposo dovranno pur passare la giornata. Risultato? "Numeri da record", come ha dichiarato da Valeria Rossi, direttore generale del Milano Internet Exchange, centro di interconnessione da dove transita il 20% del traffico italiano.

"Dal decreto dell’8 marzo firmato dal governo - ha dichiarato sempre al Corriere della Sera - abbiamo visto un incremento del traffico del 25%, e ormai siamo costantemente sopra il terabit al secondo". Ancor più netto l’aumento delle Vpn nella settimana tra il 9 e il 15 marzo: +112%. Numeri da capogiro. Ma utili a capire la portata del problema. Dati, miliardi di dati, scambiati a velocità massima sulle nostre reti.

Quelle stesse reti, spesso inadeguate (se non colabrodo) troppo spesso trascurate dal Belpaese.

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