Cultura e Spettacoli

Crowe e Reeves chitarristi Willis pazzo per l’armonica

Il punk di Johnny Depp. Sulle orme di John Belushi tanti artisti si dedicano al rock

da Londra

Un tempo (a parte al Jolson, il famoso «cantante pazzo» protagonista del primo film sonoro) i cantanti diventavano attori sull’onda del grande successo commerciale. Lasciando stare Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis, l’esempio più eclatante è Elvis, il re del rock costretto dal dio dollaro a girare decine di ignobili filmini. La stessa cosa accadde da noi a Celentano, Morandi, Caterina Caselli e compagnia cantante...
Ora la tendenza s’è invertita. I divi del cinema sentono il richiamo del rock, della folla in delirio vista da un palco con la chitarra a tracolla e un microfono in mano. Steven Seagal è senza dubbio il più professionale e il più bravo, ma anche altri mostri sacri del grande schermo ci provano ormai con una certa continuità. In un incrocio - a seconda dei punti di vista - tra un sex symbol e un vaccaro burino - nel 2001 Russell Crowe s’è esibito persino al festival di Sanremo con la sua band 30 Odd Foot of Grunts. «Il gladiatore» per hobby canta e suona la chitarra in un misto di country e rock delle radici. Quando suona in giro per gli States raduna migliaia di persone: «soprattutto donne - sottolinea il comico Nick Penn che apre i suoi show - gli altri sono gay».
Il pirata Johnny Depp vive di pane e rock. Lui ci dà dentro coi suoni duri, si sente vicino al punk in uno stile un po’ rétro che prende esempio dai Clash e ha duettato persino con Iggy Pop. Non ha lasciato tracce memorabili come musicista, ma ha curato lo splendido doppio album Rogue’s Gallery. Ballads, Sea Songs and Chanteys dove artisti del calibro di Nick Cave, Lou Reed, Bono, Sting rileggono gli inni pirateschi. E poi nell’elenco, a intermittenza e senza troppe pretese, ci sono Kevin Bacon che suona country e folk rock e ha inciso alcuni album con i Bacon Brothers; Keanu Reeves suona il basso con i Dogstar, Dennis Quaid l’armonica con gli Sharks. E come dimenticare Bruce Willis. Noi appassionati di blues lo abbiamo incontrato - ancora sconosciutissimo - come protagonista di un frizzante album di rhythm’n’blues, e ancora adesso quando può si scatena al canto e all’armonica accompagnato dalla sua band.

Insomma tutti figli di John Belushi o - a piacere - di Woody Allen.

Commenti