Al Crt Beckett ballato al suono di un pianoforte

«Un giorno felice» è l’ultimo spettacolo della Compagnia Abbondanza/Bertoni, coppia di ballerini italiana che torna in scena insieme, accompagnata dal pianoforte suonato dal vivo da Simonetta Bungaro, al Crt fino al 31 gennaio (ore 20.45, domenica ore 16, info. 02-881298, www.teatrocrt.it). Ancora insieme dopo un’assenza di dieci anni e dopo il successo appena riscosso al Teatro Nuovo di Napoli.
Liberamente tratto da «Giorni felici» di Samuel Beckett, lo spettacolo trasporta in danza, movimento, il racconto del rapporto tra un uomo e una donna: una scena spoglia, solo un ingresso illuminato da cui entrano ed escono i due performer-ballerini, e uno schermo, in alto, su cui appaiono delle scritte evocative, che riportano al senso di ciò che sta accadendo in scena. Lei si agita con l’aspirapolvere nervosamente mentre lui dorme, lei non trova più gli oggetti in casa perché lui li sposta sempre, insieme festeggiano il proprio matrimonio con una grande torta colorata, per poi, però, litigare, separare i propri percorsi, e arrivare ad uccidersi reciprocamente.
Varie altre scene si succedono tra la quotidianità e l’assurdo: «L’ironia di Beckett è stata un profumo, un motivo ispiratore -spiega Michele-. Raccontiamo con la danza ciò che accade nella coppia, e ne esce un Beckett estremo, che risalta l’assurdo e la solitudine».
Lo spettacolo si sviluppa secondo una sequenza d’immagini che i due ballerini creano e varie situazioni che richiamano sempre ad un senso finale, ovvero alle dinamiche di un rapprto tra uomo e donna. Del drammaturgo irlandese rimane l’ironia con cui l’argomento è affrontato e il senso dell’attesa, della pausa, espressa anche con attimi di silenzio e momenti di immobilità. Che, forse, possono apparire un controsenso, visto che parliamo di danza, ma che sono invece parte intrinseca del metodo della compagnia Abbondanza-Bertoni: come Merce Cunnigham insegna, e, dopo di lui, la ballerina californiana Carolyn Carson, e a cui Michele Abbondanza e Antonella Bertoni si riallacciano, il danzatore è un vero e proprio interprete della musica, non un esecutore formale: «La nostra linea di ricerca parte dalla poetica, dall’estremismo della Carson, che a sua volta sviluppa le sue idee a partire da Cunningham. Fu lei a parlarci dello Zen, che noi pratichiamo- aggiunge il duo -. Alla bellezza del movimento puro noi uniamo l’uso della gestualità, caratteristico della danza italiana».

«Un giorno felice» è accompagnato dalle musiche di Chopin rielaborato, accanto a musiche varie, da Liszt a Debussy, oltre a brani originali firmati da Corrado e Simonetta Bungaro. La compagnia tornerà al Crt dal 6 al 12 marzo.

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