"Il Csm intervenga contro il pm De Pasquale"

I due consiglieri laici del centrodestra nel Csm, Anedda e Saponara, chiedono a Palazzo dei Marescialli un intervento ufficiale nei confronti del pm di Milano De Pasquale, che ha definito il lodo Alfano una "legge criminogena. Accuse anche contro il presidente del tribunale dei minorenni di Genova

"Il Csm intervenga contro il pm De Pasquale"

Roma - La bordata del pm di Milano Fabio De Pasquale che ha definito "criminogeno" il lodo Alfano continua a suscitare polemiche. I due consiglieri laici del centrodestra (Pdl) nel Csm, Gianfranco Anedda e Michele Saponara, chiedono un intervento ufficiale dell'organo di autogoverno della magistratura, sottolineando, nella loro richiesta, come il magistrato abbia usato "concetti e parole denigratorie su cariche e organi costituzionali". Per questo Anedda e Saponara chiedono al Csm di valutare se sussista nel magistrato una "incompatibilità ambientale e funzionale" e dunque se si possa procedere a un suo trasferimento d’ufficio. Era stato proprio il ministro della Giustizia Angelino Alfano, nei giorni scorsi, a chiedere al Csm un intervento contro il pm milanese.

Tribunale dei minorenni di Genova Ma non è soltanto il nome di De Pasquale a comparire nella richiesta dei due laici al Csm. Anedda e Saponara chiedono che al comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli di intervenire anche sul presidente del tribunale per i minorenni di Genova Adriano Sansa, che in un’assemblea dell’Anm aveva definito il premier  Berlusconi "primo ministro piduista circondato da persone che servono lui e non lo Stato" e il Guardasigilli un "fedelissimo del premier". Nella richiesta le posizioni dei due magistrati vengono accumunate e si chiede di valutare per entrambi la sussistenza di condizioni per un trasferimento d’ufficio.

Leso il prestigio delle alte cariche dello Stato Al centro della questione, le dichiarazioni fatte da Sansa e De Pasquale che sarebbero "lesive del prestigio delle più alte cariche dello Stato e delle istituzioni costituzionali"; perché con le loro parole sarebbero andati "ben al di là dei giudizi critici consentiti dalla libertà di espressione e coinvolgono con concetti e parole denigratori cariche e organi costituzionali". Per questo, sottolineano i consiglieri, un intervento del Csm "è necessario anche perchè per ragioni fin troppo evidenti gli eventuali rilievi di carattere penale riscontrabili nelle loro espressioni, non offrono adeguata tutela per il prestigio delle istituzioni e delle persone offese".

Censura contro due esponenti dell'Anm Nella richiesta infine viene censurato il comportamento di due esponenti dell’Anm che avevano partecipato all’assemblea dove Sansa aveva usato parole denigratorie nei confronti del premier e del Guardasigilli,

ossia il presidente della Sezione piemontese Giancarlo Girolami e quello della Sezione ligure Anna Canepa, che con il loro "assordante silenzio sulle dichiarazioni di Sansa" avrebbero dimostrato di "condividerle". 

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