RomaOnorevole, il Csm la promuove. È il caso di Felice Casson, magistrato in aspettativa dal 2006, senatore del Pd e candidato alla segreteria del partito in Veneto. Per portarlo allultimo livello della carriera, il VII, Palazzo de Marescialli ha valutato non la sua attività giurisdizionale (sospesa), ma quella parlamentare. E ha riconosciuto le sue doti di «indipendenza, imparzialità, equilibrio, capacità, laboriosità, diligenza e impegno nellesercizio delle funzioni». Così lex-pm veneziano, la «toga rossa» diventata famosa con Gladio, può arrivare virtualmente in Cassazione per meriti politici.
La delibera è pronta, con decorrenza 13 maggio 2008, e sarà approvata mercoledì dal plenum del Csm. De plano, come tutte quelle di magistrati-onorevoli. Anche del ministro-ombra Pd della Giustizia, Lanfranco Tenaglia (in aspettativa dal 2008). La Commissione competente, la quarta, ha già espresso parere favorevole per lavanzamento di carriera al V livello dal 25 febbraio 2009. Sarà promosso in uno dei prossimi plenum, grazie anche alla sua «imparzialità» in parlamento. E pace se Casson ha un livello tra le toghe più alto del suo «ministro». Alla luce di tutto questo si capisce meglio come mai Luigi De Magistris invece di dimettersi per farsi eleggere finora ha preferito laspettativa. Mentre lui dà man forte a Di Pietro, le promozioni scattano e gli aumenti di stipendio pure.
Possibile? Sì, lo è. Tutti i magistrati-onorevoli, di qualsiasi partito, hanno infatti diritto a progredire in carriera esattamente come i loro colleghi impegnati in tribunali e procure. È un vecchio problema, giustificato con il fatto che non si possono penalizzare le toghe prestate alla politica. Oggi, però, la questione assume contorni grotteschi.
Se con il vecchio ordinamento si veniva promossi automaticamente per anzianità, dopo la riforma Mastella del 2007 e la circolare del Csm sui nuovi criteri di valutazione professionale, ci vuole ogni 4 anni un giudizio del Consiglio giudiziario e poi del Csm che entra nel merito del lavoro svolto dal magistrato, esamina gli incarichi ricevuti, il suo impegno, il carico di lavoro svolto, magari alcune sentenze a campione. I parametri sono indipendenza, imparzialità, equilibrio, uniti a capacità, laboriosità, diligenza e impegno.
E per i parlamentari, vi chiederete voi, come si può fare questa valutazione? Appunto. Succede che il Csm di fatto valuti quel che non potrebbe valutare, cioè lattività parlamentare del singolo deputato o senatore. Ordine giudiziario e potere legislativo in questo caso strano mettono luno bocca nei fatti dellaltro, alla faccia di Montesquieu.
Infatti, il Csm chiede un parere al Consiglio giudiziario della Corte dAppello di Roma. Spesso questo non ha nulla da valutare, neppure un provvedimento giudiziario, o una mezza carriera in toga e laltra mezza in grisaglia (Casson, ad esempio, è senatore dal 2006 e la valutazione è quadriennale). Così, chiede alla Camera di appartenenza la pagella del magistrato-onorevole. Come si è comportato, ha fatto i compiti diligentemente? Quanti ddl ha proposto, ha frequentato buone commissioni, e interpellanze o interrogazioni ne ha presentate? Insomma, è stato un buon politico? E imparziale, poi, mi raccomando. Ma come potrebbe esserlo chi milita in un partito e porta avanti la sua linea politica, cioè «di parte»?
La storia delle toghe in parlamento, che mentre godono i privilegi della carica elettiva si tengono stretti anche quelli giudiziari, interessa tanti nel centrodestra come nel centrosinistra. E ha precedenti illustri, anche se oggi abbiamo detto che il problema è diventato macroscopico. Oscar Luigi Scalfaro, dopo pochi anni da magistrato è entrato in parlamento ed è arrivato al Quirinale con un curriculum ai massimi livelli maturato a Montecitorio.
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