RomaAlla fine, potrebbe toccare a loro, ai «giudici-ragazzini» o anche ai «pm-ragazzini», finire in prima linea per risolvere il grave problema delle «sedi disagiate».
Il Csm le sta pensando tutte per non ricorrere ai trasferimenti dufficio dei magistrati necessari a coprire i posti vuoti negli uffici giudiziari di frontiera, soprattutto in Sicilia e in Calabria, dove proprio nessuno vuole andare.
E adesso si discute a Palazzo de Marescialli sullipotesi di accorciare di sei mesi il tirocinio dei nuovi 298 uditori, per poterli spedire subito a colmare i vuoti nelle sedi di Ragusa o Palmi. Proprio oggi ci sarà una riunione congiunta delle due commissioni competenti, la Terza (trasferimenti) e la Nona (tirocinio e formazione), per affrontare la delicata questione.
Il nuovo strumento dei trasferimenti coatti, voluto dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, viene maneggiato dallorgano di autogoverno delle toghe come una bomba che può esplodere in mano. Soprattutto, per limpopolarità di un provvedimento del genere mentre le correnti della magistratura fanno campagna elettorale per il rinnovo del Csm a luglio.
Ma dopo lultimo concorso per i pm, il 70 per cento dei posti in organico nelle Procure «disagiate» è rimasto scoperto. Per non parlare di tribunali e corti dappello, malgrado gli incentivi economici e di carriera predisposti dal Guardasigilli per rendere più appetibili i trasferimenti.
Ora Alfano pressa Palazzo de Marescialli perché provveda al più presto e martedì al Quirinale lo stesso presidente della Repubblica ha iniziato il suo discorso di fronte appunto ai 298 nuovi magistrati, raccomandando al Csm «il massimo impegno nel dare attuazione alle norme sul trasferimento nelle sedi disagiate».
Qualcuno di Palazzo de Marescialli ha poi informato Giorgio Napolitano, che guida anche il Csm, dellultima trovata per aggirare i trasferimenti dufficio. Ha indicato i giovani uditori che, emozionati e felici, si godevano un aperitivo dopo la cerimonia ufficiale e ha detto: «Vogliono mandare loro!». E ha raccontato come lunedì, nella discussione in Terza Commissione sullargomento, nessuno sembrava scandalizzato per questipotesi di accorciare il tirocinio. «È consentito - hanno sottolineato - per motivi durgenza».
Sorpresa e disappunto sarebbero state le reazioni manifestate dal capo dello Stato. «Tenga duro - avrebbe detto - ne parlerò io con il comitato di presidenza, per capire bene come stanno le cose».
Nel Salone delle Feste, intanto, tra i magistrati freschi di concorso serpeggiavano le indiscrezioni proprio sulla possibilità di interrompere il tirocinio prima della normale scadenza di 18 mesi ed essere spediti, anche più impreparati del solito, a fronteggiare emergenze del sistema giudiziario. Diversi giovani hanno chiesto, con aria preoccupata, ad alcuni consiglieri del Csm: «Che cosa possiamo fare?». Unalzata di spalle è stata il più delle volte la risposta. «Aspettate, ancora non cè nulla di deciso. Oppure, rivolgetevi allAnm», ha suggerito qualcuno. E loro si sono già visti sul treno, tra pochi mesi, con destinazione Enna o Busto Arsizio, visto che anche nel nord ci sono sedi snobbate da tutti.
Le parole ascoltate da Napolitano poco prima, nel suo discorso ufficiale, hanno assunto allora un suono sinistro: «Qualunque sia la sede in cui andrete ad operare...».
Daltronde, Alfano sempre quel giorno parlava dei giovani magistrati «destinati a ricoprire i posti vacanti nelle sedi disagiate», ma prevedeva che ciò avvenisse nella primavera del 2011, cioè fra un anno, alla fine del normale tirocinio. E insisteva perché il Csm provvedesse immediatamente ai trasferimenti coatti dei magistrati.
Evidentemente, neppure il Guardasigilli sospettava che a Palazzo de Marescialli si studiava una terza via tra il non fare niente e il disporre i trasferimenti dufficio: sacrificare le nuove leve.