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"Un cucchiaio da Pallone d'oro"

Fabrizio Aspri

Salterà la gara con l’Ascoli. Assisterà al match comodamente seduto in tribuna. Riporrà in archivio una squalifica dal sapore amaro. Eppure, all’indomani del miracolo a Milano, il sorriso di Totti è quello dei giorni migliori. A San Siro, catino ostile alla squadra giallorossa, Spalletti e truppa hanno scacciato via spettri e tabù. Ma per sapere se quello strappato all’Inter, ha i connotati del duello della svolta, occorrerà attendere ancora un po’. Su una cosa, però, non si ammettono repliche: il faccia a faccia con l’Inter ha donato le luci della ribalta a Totti. L’ennesima prova di coraggio. Il solito mix di classe e grinta. Poco meno di novanta minuti impreziositi da un gol da cineteca.
Una doppietta, la sua, che rappresenta un ritorno alle vecchie e sane abitudini, smarrite oltre dieci mesi or sono. Il nastro dei ricordi si ferma al match Roma-Parma dello scorso anno. Finì 5-1 per la squadra di Del Neri e il capitano realizzò due gol da brividi, ricevendo in cambio i galloni di miglior bomber giallorosso di sempre. Un cecchino coi piedi vellutati, che il 7 marzo 2004, nell’ultimo big-match vinto dalla Roma, scrisse il suo nome sul tabellino dei marcatori, autografando il 4-1 sull’Inter. Come dire: si è chiuso un cerchio. Tutto bene, quindi. Ora, però, occorre dare continuità al ciclo. E bisogna farlo senza Totti, senza l’artista capace di pennellare opere. Come quella donata, con tanto di cornice, all’incolpevole Julio Cesar. Una corsa di trenta metri. Un dribbling a Ze Maria, una finta a Materazzi e un tocco da fuori area. Standing ovation. Applausi a scena aperta. Dentro e fuori dal campo.
Boninsegna, ex cecchino dell’Inter, definisce la prodezza del giallorosso «un gesto tecnico eccezionale». Aggiungendo, però, che «certe cose le faceva anche Panenka, il cui rigore, nella finale dell’Europeo ’76, è rimasto nella storia». Scende in pista Altafini. «Raro ed incredibile. Ma non si può parlare di tiro alla Totti. Prima di lui lo hanno fatto anche altri, compreso Sivori». Altro giro, altra corsa. Per Gigi Riva si tratta di «una rete che nasce dal talento. Ricordate Maradona? Con un pallonetto era capace di bucarti da centrocampo...». Chiudono la carrellata Bruno Conti e Paolo Rossi, eroi del Mondiale ’82. «Lo poteva fare solo lui», taglia corto il dirigente della Roma, mentre l’ex centravanti aggiunge, «vista la sua classe, poteva far parte della lista dei candidati per il Pallone d’Oro».
Sarà. Intanto, meglio consolarsi con l’ennesimo attestato di stima. La chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, dove ci sono due capolavori del Caravaggio, da lunedì prossimo sarà la sede di Fifa 100: il secolo della Federazione mondiale, celebrato con una mostra fotografica dei 119 migliori calciatori di tutti i tempi, scelti da Pelè.

Nella speciale lista figura il nome di Totti, immortalato nella stessa posa (pallone in equilibrio sulla testa) che Pelè sfoggia in copertina.

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