Duecentocinquantacinque anni, nove generazioni. Una faccenda di famiglia, di radici che intercetta un prodotto ormai famoso in tutto il mondo, il Prosecco. Era il 1769 quando il Doge Alvise IV della casata patrizia dei Mocenigo, certificò la qualità dei vini prodotti Giovanni Follador, che aveva avuto l’intuizione di destinare a vigneto tutte le proprie terre. Due secoli dopo fu Gianfranco Follador a creare un suo proprio metodo spumantistico che fece dell’azienda una avanguardia territoriale di Valdobbiadene: il sistema si basa su specifici passaggi nella fase iniziale e sull’impiego di attrezzature adatte alla crio-macerazione, ciò che consente il minimo contatto possibile del mosto con l’ossigeno e l’estrazione dalle bucce di tutto quello che serve a dare carattere e nerbo alle varie etichette. Un’eccellenza riconosciuta anche dalla critica: nel 2020 Follador ha vinto il premio come miglior prosecco al concorso The Champagne & Sparkling Wine World Championships. “Fin da bambini – racconta oggi Cristina Follador, direttore vendite e marketing, che guida l’azienda coi fratelli Michele, Emanuela e Francesca - abbiamo vissuto ogni anno da vicino tutti i riti annuali legati alla viticoltura: il germogliamento, la fioritura, la maturazione degli acini e finalmente la vendemmia, il momento di massimo lavoro e di massima festa. Il vino è nel nostro DNA e con questa lunga tradizione di vignaioli alle spalle abbiamo tutti scelto con grande naturalezza il nostro percorso”.
Follador, che vanta vigneti in posti magnifici come le colline di Col San Martino, dominate dalle Torri di Credazzo, produce numerose etichette. Io nell’ultima mia degustazione mi sono concentrato in particolare su tre di esse. Il Fosèlios è un Prosecco Superiore Docg Millesimato Brut che fa della luminosità la sua caratteristica: giallo paglierino con riflessi verdastri, si mostra piacevolmente brillante. Il naso è floreale e fruttato con accenni di mela verde e pera, in bocca è fresco e sapido, ottimo come aperitivo ma abbastanza versatile da accompagnare una grande quantità di piatti. Ottimo da aperitivo e da inizio pasto, ma anche sorprendentemente versatile in alcuni matrimoni. La gradazione è 1,5°, il dosaggio di 11 grammi di zucchero per litro. Il Torri di Credazzo è un cru di Prosecco Superiore di Valdobbiadene Docg Millesimato Extra Dry. Le uve sono Glera e Chardonnay, alla vista è giallo paglierino brillante, il perlage fitto e persistente. Il naso mostra sentori di frutta matura, la bocca è sapida e appagante, con buona lunghezza. La gradazione è 11,5°, il dosaggio di 13 grammi di zucchero al litro. Non sfigura abbinato a dei crostacei. Infine ho apprezzato molto l’Xzero, un Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Millesimato Extra Brut privo di dosaggio (0 grammi di zucchero per litro) ciò che consente al terroir di esprimersi praticamente in purezza. Il colore è giallo paglierino brillante, il perlage fine e ostinato, il naso di frutta a polpa bianca, litchi e agrumi, la bocca sostenuta, ricca, elegante. Un Prosecco come ce ne sono pochi sul mercato, adeguato ad abbinamenti spericolati come le grigliate di pesce. In carta anche, tra i Prosecco Superiore, il Ruiol Castei, quello premiato nel 2020, il Nani dei Berti, un Rive di Col San Martino, il nobile Cartizze.
Poi i millesimati Joani e Kleofe, i Prosecco Doc Treviso Azzurra, Runièr, El Brolo, Vàlbon e Fardèr, il Prosecco Doc Rosé Brut Laelia e gli altri rosati Cuvée Rosé (Spumante Brut) e Vita Rosa, un frizzante con legatura a spago, e tre vini frizzanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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