
Retrogusto
La rivista enologica inserisce il trentenne imprenditore, terza generazione dell’omonima casa vinicola veneta, tra i giovani destinati a rivoluzionare il mondo del vino. E questo non solo grazie alla produzione classica di Prosecco, ma grazie al ready to drink a base di vino e ingredienti Dop rigorosamente made in Italy che oggi vale il 75 per cento del fatturato complessivo dell’azienda



L’azienda di Martin Foradori propone per la bella stagione un vino che soffre spesso di una percezione sciatta o poco definita ma che in questo caso gode di un’interpretazione pulita e misurata che ne esalta la duttilità. L’ennesima etichetta interessante da un’azienda familiare votata all’innovazione, come dimostra il progetto dei vini no alcol della linea Steinbock Zero, ma soprattutto all’alta qualità

Ma chi l’ha detto che una dieta associata a uno stile di vita sano deve essere per forza triste e senza gusto? La medicina culinaria sbarca al prossimo congresso mondiale di nutrizione (Parigi, 24-29 agosto) con un manifesto made in Italy redatto da Chiara Manzi, pioniera di questa materia, e dal professor Daniele Mandrioli che dimostra come un approccio al tema che tenga conto del piacere possa dare risultati migliori

Si chiama Sergio Dondoli’s Happy Life ed è disponibile da oggi su Prime Video e Apple Tv e racconta l’avventura di uomo che nel 1992 aprì una bottega artigianale al centro del celebre borgo medievale toscano e nel giro di poco tempo è diventato un punto di riferimento internazionale. Una storia d’amore per un lavoro, per un territorio, per una comunità

Il 1895 è uno spumante metodo classico da uve Riesling al 100 per cento esuberante ed equilibrato, prodotto da una delle aziende simbolo della regione tra i Vosgi e il Reno, che oggi è di proprietà della famiglia Helfrich. Un vino che si avvantaggia delle diverse caratteristiche pedoclimatiche dei vigneti, che donano espressività e personalità

Compie 18 anni la Punk IPA del birrificio indipendente scozzese BrewDog. Un prodotto nato in un garage di Ellon che cambiò le regole del gioco nel settore, rompendo il monopolio delle lager industriali e diventando la bandiera di un movimento che avrebbe reso BrewDog un marchio globale e l’IPA scozzese un’icona per milioni di appassionati

Riaprono con molte novità le Caves de l’Hôtel de Paris, nate nel 1874 dall’intuizione di Marie Blanc, un vero santuario del tempo applicato al vino. Dopo un importante rinnovamento realizzato tra il 2024 e il 2025 per il 150° anniversario, spazio a un club super-privato per appassionati. Ma restano anche le visite guidate (con o senza degustazione), le cene e gli eventi privati

Il locale in piazza massaia a Milano di Francesco Capece e Mario Ventura, confermatosi al secondo posto di 50 Top Pizza Italia, scompagina tutti i luoghi comuni sulle pizzerie tradizionali, nell’adottare alcuni codici del fine dining, nel proporre un menu degustazione, nell’avere una cantina da ristorante stellato e nel continuo lavoro su impasti, lievitazioni, cotture e topping

Dal 24 agosto fino al 1° settembre in piazza Duomo a Milano la più grande manifestazione missionaria cittadini: centinaia di fornai provenienti da tutta Italia prepareranno pani di ogni genere, dolci e specialità regionali che offriranno al pubblico in cambio di una donazione al progetto dei Missionari Cappuccini di Milano per costruire un panificio a Bambui, in Camerun

Il ristorante all’interno del Le Marne Relais, nella tenuta agricola di Guido Martinetti e Federico Grom, propone una cucina molte legata alla terra, che prende la tradizione piemontese e la alleggerisce senza svuotarla, come dimostrano gli Agnolotti ripieni di guancia, con spinaci
croccanti e rafano. Lo chef è l’ucraino da trent’anni in Italia Mykyta Bida, con esperienze da Crippa e Cannavacciuolo

Un nuovo indirizzo nella capitale per gli amanti del bere bene (e delle viste mozzafiato): è il cocktail bar dello storico Hotel d’Inghilterra, a due passi da piazza di Spagna e da via Condotti. I drink, preparati dall’head barman Angelo Di Giorgi, sono classici con un tocco di originalità, e arrivano al tavolo accompagnati dai canapè caldi e freddi dello chef Andrea Sangiuliano

A metà dell’estate vediamo quali sono le prospettive in alcune delle principali regioni enologiche italiane. I mesi precedenti sono stati all’insegna di un clima senza particolari eccessi che fa sperare in un ottimo livello qualitativo. Bene Trentino-Alto Adige e Lombardia, Langhe verso la perfezione, Toscana tra ragione e istinto, il Sud sugli scudi

Prodotto dall’azienda Grillesino della famiglia Notari, che nel territorio del comune di Magliano possiede 32 ettari coltivati in parte con varietà autoctone e in parte con uve internazionali, è un Ciliegiolo Toscana Igt che può essere anche servito fresco e che mostra caratteristiche amichevoli e beverine pur senza essere un vino sempliciotto. Perfetto per le tavolate della bella stagione

La chef abruzzese usa questo ingrediente feticcio per unire le diverse tradizioni della sua terra d’origine e di quella in cui lavora, Brescia, dove guida la cucina del ristorante Forme. Un esempio lampante della poetica della trentaquattrenne cuoca, che ha sempre bene in vista la tradizione ma è dotata di uno sguardo nuovo che la reinventa. E che in un bel video si racconta

Si trova in Franciacorta, ha una storia travagliata in cui si intrecciano spiritualità ed enologia, e oggi è curata dalla cantina Bellavista di Vittorio Moretti. Ma non produce vini spumante, ma un grandissimo bianco a base Chardonnay con naso inebriante e tropicale, e un rosso a base Merlot dedicato a Gianni Brera, grande amico di Moretti, e ispirato alle sue predilezioni

Il ristorante del Belfiore Park Hotel di Brenzone, sulla sponda veronese del Garda, cambia drasticamente rotta:
dopo l’addio dello sperimentalissimo Terry Giacomello la cucina è affidata al ventisettenne Andrea De Lillo, che
sorprende per la capacità di interpretare il territorio con sguardo contemporaneo e una mano ferma e precisa. E che
buono il dolce al sesamo nero…

Il libro “Sul gusto (o del gusto)” è una racconta di saggi nei quali il pensatore milanese analizza “un mondo necessario (il cibo), in cui il pensiero è sempre stato un passo indietro rispetto a piaceri e bisogni”. Si riflette sulla percezione, sul conformismo, sul bisogno degli chef di essere elogiati, sull’inconsistenza del “kilometro zero”, smontando a uno a uno tutti i pregiudizi o i pensieri deboli del discorso gastronomico attuale
