Arriva Babbo Natale e nella slitta con le renne c'è da sperare che a noi porti un imperdibile «Allegrini Amarone Classico Special Christmas edition N.1». Annata 2020, limitata e numerata in soli 4.200 pezzi, si può bere subito presi da una giusta impazienza o lasciare in cantina per una promettente maturazione vegliata dall'iconico triangolo rosso della storica etichetta. Confezione in elegante cassa di legno, oppure cartone da sei per un vino da collezione, premiato con i «3 Bicchieri» del Gambero Rosso per la 28ª volta. Un'altra medaglia per l'azienda Allegrini, fondata nel 1854 e giunta alla settima generazione nel cuore della Valpolicella Classica dove ha introdotto vere rivoluzioni, dagli impianti in alta collina alla sperimentazione sul Guyot. Lì dove Franco Allegrini, visionario e studioso instancabile dell'appassimento, ha fondato Terre di Fumane, centro di ricerca all'avanguardia, lasciando un'eredità che vive nei figli Francesco, Matteo e Giovanni e alla cugina Silvia (insieme nella foto) che prosegue il lavoro del padre Walter.
E così può valere la pena, magari a Milano in una serata all'«Enoclub» di via Friuli 15, di stappare anche le nuove annate di «Fieramonte Amarone della Valpolicella Classico Riserva Docg 2018» e «La Poja Veronese Igt 2019». Nato nel 1965 come primo cru di Allegrini, «Fieramonte« domina dall'alto dei 415 metri di Mazzurega, dove le viti affondano in terreni argilloso-calcarei e respirano le correnti fresche della valle. L'annata 2018 regala un Amarone profondo e strutturato. Dall'altopiano ventilato di Sant'Ambrogio di Valpolicella, circondato da cipressi e affacciato sul Garda, nasce invece «La Poja», il primo monovarietale di Corvina della denominazione, creato nel 1983. La vendemmia 2019 offre un vino dal profilo aromatico vivido e dalla speziatura sottile. In cantina, il tempo diventa materia: Fieramonte 2018 matura per 48 mesi in barrique nuove francesi e 6 in botte grande, mentre La Poja 2019 evolve per 20 mesi in barrique nuove e 8 in botte grande di Slavonia.
«Il vino, come l'arte, nasce da un atto di introspezione e da una ricerca costante del dettaglio», assicura Francesco Allegrini raccontando la collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim e l'iniziativa 67 Colonne per l'Arena di Verona.